Angelo Zanelli, nel laboratorio dello scultore | MOSTRAMI UNA MOSTRA/70

Una mostra allestita al piano nobile di Palazzo Cominelli, sede della Fondazione Cominelli nella frazione di Cisano, curata amorevolmente da Michela Valotti e Rosanna Padrini Dolcini

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"Angelo Zanelli – Nel laboratorio dello scultore", mostra a Palazzo Cominelli, Cisano di S.Felice del Benaco - Foto Enrica Recalcati per BsNews
Enrica Recalcati, opinionista di BsNews.it
La scrittrice Enrica Recalcati, opinionista di BsNews.it

di Enrica Recalcati – “A volte basta un attimo per dimenticare una vita, ma a volte non basta una vita per dimenticarla” cantava Jim Morrison in una delle sue famose performance. Sono passati 140 anni dalla nascita di Angelo Zanelli, artista tanto osannato in vita per il suo meraviglioso talento quanto dimenticato per decenni a causa delle annose polemiche che hanno accompagnato il suo lavoro scultoreo per l’Altare della Patria. Riscoperto e riportato alla luce dagli occhi grati e attenti del suo Comune natio, San Felice del Benaco, lo possiamo conoscere attraverso l’interessante mostra a lui dedicata.

Una mostra allestita al piano nobile di Palazzo Cominelli, sede della Fondazione Cominelli nella frazione di Cisano, curata amorevolmente da Michela Valotti e Rosanna Padrini Dolcini, patrocinata da Fondazione Brescia Musei, Università degli Studi di Brescia, Comune di Brescia e Città di Salò.  “Accademico d’Italia, ma anche poverissimo infante gardesano formatosi fra le fornaci di argilla e i laboratori di scalpellino…” come scrive Massimo Tedeschi, storico e giornalista, nel testo pubblicato per presentare la mostra. Angelo Zanelli ci appare da subito un talentuoso, lo testimoniano le tre sale allestite in mostra. Nasce a San Felice del Benaco il 17 marzo 1879 e muore a Roma il 3 dicembre del 1942.  Frequenta dapprima la bottega di Pietro Faitini a Brescia e successivamente, grazie ad una “pensione triennale”, paragonabile ad una odierna borsa di studio, frequenta l’Accademia delle Belle Arti di Firenze. Nel 1904 si trasferisce a Roma dove incontra Felice Carena, noto pittore e intellettuale dell’epoca, che lo avvicina ancora di più al mondo artistico romano.  Nel 1908, a soli 29 anni, vince l’appalto, superando altri 26 illustri concorrenti, per la realizzazione del fregio di 70 metri che avrebbe costituito il fulcro espressivo del Vittoriano, oggi Altare della Patria.  Vincente la sua intuizione di proporre due cortei allegorici: il lavoro e l’amore patrio. Centodue figure umane che formano due cortei convergenti verso la città eterna, la capitale unitaria rappresentata dalla Dea Roma.  Lavora a tale progetto fino al 1925.  Presidente dell’Accademia delle Belle Arti di Roma nel 1931 e accademico d’Italia nel 1938, lavora per opere pubbliche, accettando anche incarichi privati.  Nel 1928 crea le monumentali sculture di bronzo all’entrata del Campidoglio dell’Avana, in particolare l’imponente Statua della Repubblica. Tra le sue opere: i monumenti ai caduti a Imola e Bologna, la statua bronzea di Giuseppe Zanardelli sul lungolago di Salò, il monumento a Gasparo da Salò nel Municipio di Salò, il monumento ai caduti di Tolentino, la statua di Artigas nella Piazza Independencia di Montevideo – Uruguay, il monumento ai caduti sul lungolago di Salò.  «Si capisce che la febbre dell’arte è di per sé la vita, forse tutta la vita» dichiara in un’intervista nel 1924 ed è appunto per amore e per la vita che sposa Elisabetta Kaehlbrandt, pittrice lettone, poco conosciuta, ma grande talento pittorico del Novecento.   Nelle tre sale della mostra dedicata ad Angelo Zanelli sono esposte una ventina di opere che cronologicamente illustrano la sua produzione artistica.  I lavori, sapientemente selezionati dalle curatrici, sono degli inediti, opere mai esposte, disegni, bozzetti, piccoli oggetti dal grande cuore. Nella prima sala si ammirano le opere della formazione di Angelo Zanelli, tra la scuola d’arte Romualdo Turrini di Salò, dove a sedici anni si diploma scalpellino, i corsi serali della scuola Moretto, la partecipazione al concorso per la Pensione del legato Camillo Brozzoni che gli consentì di accedere all’ Accademia fiorentina e successivamente a quella romana.  Nelle successive sale i bozzetti del busto di Gasparo da Salò e il monumento a Giseppe Zanardelli, indi il Vittoriano.  Nella terza e ultima sala i disegni relativi al monumento ai caduti di Salò e al campo sportivo di Tolentino.  Arricchisce l’esposizione un omaggio alla moglie Elisabett,a con quadro bellissimo, dove, in un giardino estivo, si distinguono chiaramente le figure familiari. Un percorso tra storia, arte e territorio, espressione tangibile dell’anima culturale di San Felice del Benaco.

LA SCHEDA

Angelo Zanelli – Nel laboratorio dello scultore
Ingresso gratuito
Dal 30 marzo al 5 giugno 2019
Sabato e Domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19
Aperture straordinarie: 25 aprile, 26 aprile, 1° maggio
Palazzo Cominelli Via Padre F. Santabona, 9
Cisano di S.Felice d/B
Per info: [email protected]
Ufficio stampa Mariella Segala

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