Sei cittadini rumeni e un albanese sono finiti in manette con l’accusa di fare parte di una banda dedita allo sfruttamento della prostituzione nella Bergamasca e in particolare nei Comuni di Ghisalba, Calcinate e Mornico, tra quelli a maggiore intensità di lucciole della Lombardia.
Secondo le indagini la banda convinceva giovani ragazze della Romania (una quindicina quelle individuate) a trasferirsi in Italia e poi le riduceva in schiavitù, obbligandole a prostituirsi. Mentre l’albanese finito in manette “affittava” loro le piazzole a 110 euro a nottata, in cambio della “protezione”.
L’operazione è stata condotta dai carabinieri di Bergamo in collaborazione con i colleghi della polizia rumena – e sotto il coordinamento della Dda di Brescia – a seguito della denuncia di una 18enne, convinta a venire in Italia per lavorare come barista e mandare soldi alla mamma malata.