Ci è ricascato: si sono di nuovo aperte le porte del carcere per Giovanni Battista Lancini, imprenditore avvezzo alla truffa, condannato a 3 anni e 4 mesi la scorsa estate.
Lancini era stato arrestato la prima volta a marzo per avere architettato diverse truffe e raggiri immobilari giocati sulle caparre (una volta la caparra la versò lui per l’acquisto del Verona Calcio, 5 milioni di euro… falsi) versate da acquirenti per l’acquisto di ipotetici edifici proposti dall’imprenditore di Adro, edifici che poi risultavano di altri proprietari. Dopo aver incassato l’anticipo Lancini scompariva con i soldi e gli acquirenti truffati solo davanti al notaio scoprivano il raggiro. Questo giochetto ha portato in carcere Lancini e sette suoi collaboratori; dopo il processo con patteggiamento, il 22 luglio la richiesta di poter usifruire degli arresti domiciliari per motivi di salute. Rigide le regole: nessun incontro se non con parenti strettissimi, nessun estraneo ammesso in casa se non con il permesso dell’autorità giudiziaria. Evidentemente Lancini non era molto preoccupato: dopo soli due mesi nuove indagini hanno scoperto che l’imprenditore continuava a incontrare "soci" a casa sua; uno di questi addirittura stava richiedendo un finanziamento di 400 mila euro usando come garanzia società-prestanome: l’immobiliarista voleva tornare in affari. Su invito del pm Alberto Rossi il giudice per le inchieste preliminari Silvia Milesi ha revocato gli arresti domiciliari. Lancini è ora in carcere.
A.C.