Capriano del Colle, paura da Pcb per gli abitanti. Si teme per salute e agricoltura

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Capriano del Colle ha paura del Pcb e lo ha dichiarato apertamente ieri all’incontro pubblico voluto dall’amministrazione comunale. Paura per i figli, per il lavoro nei campi: e gli abitanti si chiedono anche perché dovranno pagare loro gli esami di accertamento. Come riporta il Corsera Brescia è la dottoressa Lucia Leonardi, responsabile del servizio di medicina ambientale dell’Asl, a rispondere: "le sessanta persone residenti nelle zone contaminate di Fenili Belasi (come di Castel Mella) rientreranno tutti nello screening gratuito che l’Asl farà a breve su nuovi 1500 soggetti". Gli altri, esclusi dalla zona, se volessero fare esami dovrebbero pagarseli ed è per questo che al grido di ingiustizia sollevato dai cittadini il sostituto procuratore Federico Bisceglia (titolare di una nuova inchiesta sui ritardi della bonifica del sito Caffaro) rilancia: "credo sia opportuno che tutta la popolazione residente nelle zone a rischio possa accedere ad un monitoraggio epidemiologico. Mi farò interprete di questa richiesta con il procuratore Salamone e indirettamente con il direttore generale dell’Asl Carmelo Scarcella e con il presidente della regione Maroni". Altro nodo i terreni:  ad oggi oltre 20 ettari non possono essere seminati, tra il Mella e la provinciale Quinzanese. L’amministrazione e l’Arpa ipotizzano valori massimi di Pcb di poco superiori ai limiti di legge (60 microgrammi per chilo di terra), valori che potrebbero permettere la coltivazione del solo mais granella. Vietati invece nelle zone il consumo di ortaggi e animali da cortile allevati.

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