La regione Lombardia ha disposto la revisione del procedimento autorizzativo della discarica di amianto Profacta di via Brocchi, con contestuale verifica delle distanze dal centro abitato. Plaudono il Comitato spontaneo contro le nocività, il Codisa e Legambiente, da anni in lotta, ma lancia una questione: "come ha potuto essere rilasciata un’autorizzazione palesemente illegittima per un materiale così pericoloso senza adeguate verifiche da parte della Regione?"
DI SEGUITO IL COMUNICATO INTEGRALE
La decisione della Regione Lombardia, anche se tardiva e probabilmente influenzata dalla perizia tecnica disposta dalla Procura di Brescia, è un riconoscimento delle nostre ragioni di opposizione alla discarica, contro cui lottiamo da anni con tutti i mezzi a nostra disposizione. Ci preme però sottolineare che se si dovesse, come crediamo, accertare che la localizzazione scelta per la discarica di amianto non è conforme alle prescrizioni di legge, rimarrebbe aperto un grande ed inquietante interrogativo: come ha potuto essere rilasciata un’autorizzazione palesemente illegittima per un materiale così pericoloso senza adeguate vrifiche da parte della Regione? Saranno chiamati a rispondere del proprio operato i dirigenti regionali che hanno sottoscritto le autorizzazioni e che, lo ricordiamo, ne possono rispondere personalmente, quanto meno sotto il profilo penale? Ricordiamo che se non fosse stato per il costante impegno dei comitati ambientalisti grandi quantitativi di amianto sarebbero oramai interrati da molti mesi in via Brocchi, troppo vicino alle case e con modalità gravemente irregolari, mettendo in costante pericolo la salute di tutti noi.
Da troppo tempo siamo costretti a supplire alla colpevole disattenzione delle istituzioni che dovrebbero lavorare per il bene della collettività. Ci auguriamo che l’esperienza della discarica Profacta renda più attenti e responsabili amministratori e tecnici del servizio pubblico nello svolgimento dei loro compiti; noi non smetteremo, in ogni caso, di vigilare.
Comitato spontaneo contro le nocività, Co.di.s.a. e Lagambiente