Per un importante convegno organizzato presso un’aula del Dipartimento della facoltà di Giurisprudenza in via delle Battaglie, la Rete Antimafia della Provincia di Brescia ha invitato un ex boss della ‘ndrangheta, pentito e collaboratore di giustizia dal 2006. Peccato che una volta giunto a Brescia l’uomo sia stato arrestato, in quanto sul suo capo pendeva un mandato di cattura dal 2003. L’incredibile vicenda ha visto come protagonista Luigi Bonaventura di Crotone, uno dei più importanti collaboratori di giustizia contro la ‘ndrangheta calabrese. All’origine del "malinteso" evidentemente c’è il mancato aggiornamento del file relativo alla posizione dell’ex boss, da anni sotto protezione dello Stato.
La vicenda è stata resa nota solo dopo che tutto è stato risolto. La polizia che ha prelevato ed arrestato Bonaventrura non avrebbe precise responsabilità per l’accaduto, e quando l’errore è stato chiarito ci si è scusati con lo sfortunato protagonista. Da anni l’ex boss rappresenta un modello nella lotta contro le mafie in Calabria. Per questo motivo è stato invitato a Brescia per il convegno dal titolo "Dentro la ’ndrangheta: testimonianza di un collaboratore di giustizia", organizzato all’interno del ciclo di incontri "La mafia a 100 passi da casa nostra" dalla lista di rappresentanza Studenti per – Unione degli Universitari Brescia, in collaborazione con la Rete Antimafia Provincia di Brescia.
L’episodio ha provocato l’indignazione da parte della presidente del Coordinamento Nazionale Antimafia "Riferimenti", Adriana Musella, che ha riferito : “Ma quando lo Stato diventerà credibile? Non c’è coordinamento sul territorio; chi primo si alza in questo Paese comanda. E’ una vergogna!“ (leggi qui l’articolo completo).
(a.c.)