Raccolta differenziata, Legambiente: no alla calotta, si punti sul porta a porta

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Legambiente e tutte le altre associazioni bresciane riunite nel Forum per un ciclo dei rifiuti sostenibile hanno una posizione unanime nel sostenere l’adozione del metodo porta a porta per la raccolta dei rifiuti. Secondo l’associazione solo questo sistema, specialmente se unito a una tariffazione puntuale, con cui il sistema del cassonetto con calotta è praticamente incompatibile, permetterebbe di ottenere a Brescia materia riciclata di qualità, valorizzando la preziosa collaborazione dei cittadini e assicurando a regime risultati sostenibili dal punto di vista economico ed ecologico.

DI SEGUITO IL COMUNICATO INTEGRALE

Brescia sta per decidere come cambiare il proprio sistema di raccolta differenziata, ormai inadeguato. La città deve prendere decisioni così importanti vagliando con imparzialità e rigore tutte le opzioni sul tavolo e scegliendo quella che appare più efficiente. Il tutto in piena trasparenza: la cittadinanza e i suoi rappresentanti hanno il diritto/dovere ad essere pienamente informati prima di assumere le decisioni.

O almeno questo è quanto tutti auspicano. La realtà finora è stata un po’ diversa. In Commissione Consiliare, A2A è stata chiamata dall’Amministrazione Comunale a presentare un confronto dettagliato tra il sistema porta a porta e quello dei cassonetti con calotta. L’azienda ha però deciso arbitrariamente di presentare solo qualche dato e un po’ di propaganda sulla calotta, disattendendo le richieste di completezza nel confronto fra i due sistemi. Nelle settimane seguenti, si è proseguito sullo stesso tono, con interventi e prese di posizione accomunate quasi tutte da un sostegno acritico del sistema a calotta, senza alcuna base oggettiva.

Come mai a Brescia si fatica a parlare in maniera competente e rigorosa del sistema porta a porta, nonostante sia riconosciuto su scala nazionale ed internazionale come quello più efficace? Il gestore sembra tifare per il sistema ritenuto “migliore”, pur non avendo illustrato alcuno studio completo di progettazione. Lo squilibrio nella partita ha quindi fatto sentire a molti il bisogno di più informazione, per poter confrontare senza pregiudizi i due sistemi di gestione possibili per Brescia. Richiesta più che legittima, ed è stata colta anche dal gruppo Piattaforma Civica guidato da Francesco Onofri, che ha provveduto ad organizzare nei giorni scorsi un convegno dedicato alla raccolta dei rifiuti, con l’esplicita volontà di offrire un quadro, appunto, imparziale e informativo.

Occasione persa. Anche qui alla fine di imparzialità se n’è vista poca: cinque relatori su sei hanno decantato le virtù dei pochi casi di adozione del sistema a calotta -veramente pochi persino su scala nazionale- dimenticandone difetti fatali, risaputi ed importantissimi quali:

1 – La qualità scadente della differenziata raccolta vanifica lo sforzo dei cittadini e fa venir meno il motivo della raccolta stessa. Infatti, la calotta consente ancora di conferire i rifiuti in maniera scorretta e l’errore di alcuni rende il contenuto del cassonetto talmente impuro da non poter essere inviato a riciclo in buona parte dei casi; di conseguenza i ricavi da recupero di materia sono molto minori.

2 – Impraticabilità della tariffazione personalizzata (chi produce meno rifiuto indifferenziato paga meno). Volete sapere perchè nessun comune “calottato” ha ancora inserito la tariffa puntuale, nonostante spesso si motivi la scelta della calotta proprio con questa possibilità? Perchè la qualità della differenziata peggiorerebbe ulteriormente e in parallelo aumenterebbe l’abbandono dei rifiuti fuori dai cassonetti.

3 – I costi e i problemi di sorveglianza e pulizia del "fuori cassonetto con calotta" sono molto significativi, per non parlare dell’acquisto e della manutenzione delle calotte, che vengono spesso manomesse o si rompono.

4 – Malcontento diffuso dei cittadini. Analisi statistiche rigorose mostrano che la soddisfazione degli utenti nei comuni, anche bresciani, con sistemi a calotta è molto bassa.

Tra l’altro, le realtà presentate al convegno erano di città poco confrontabili con Brescia. Che insegnamenti aspettarsi per Brescia da città come Venezia e Firenze, che a causa della forte concentrazione turistica, hanno intrapreso una via quasi obbligata verso il cassonetto a calotta (con milioni di turisti all’anno e una conformazione particolare del centro cittadino)? Si tratta di città quasi ‘costrette’ alla calotta, e non si capisce cosa la realtà della nostra città condivida con esse. Si possono chiamare a confronto altre città, molto più simili alla nostra, che stanno passando o sono già passate con successo al porta a porta, da Bergamo a Mantova, da Novara a Trento, a Milano. Non è stata presentata neanche una delle centinaia di esperienze virtuose, anche molto vicine, di porta a porta, che invece è oggetto di rappresentazioni distorte e per nulla argomentate. Dunque, i cittadini presenti al convegno per informarsi hanno ricevuto invece informazioni incomplete e parziali, senza una valida rappresentazione delle alternative alla calotta. Forse accortosi dell’asimmetria di trattamento, lo stesso Francesco Onofri ha alla fine ritenuto di dover dare la parola a Legambiente per rivolgere qualche domanda ai relatori, che però hanno evaso i quesiti e frettolosamente guadagnato la fine del convegno…

Legambiente ritiene che la questione vada affrontata in maniera seria e che i cittadini abbiano il diritto di conoscere alcune informazioni di base.

Il 70% dei comuni lombardi hanno adottato il porta a porta, mentre i cassonetti resistono solo in poche realtà, dove pigrizia e timore del cambiamento, e qualche interessata distorsione, precludono il passaggio al nuovo. Ragioni di efficienza spingono nella direzione della raccolta porta a porta. Essa viene promossa anche dal Programma di Gestione dei Rifiuti della Regione Lombardia, che sulla base di analisi accurate e di esperienze territoriali a noi più simili, lo indica come il sistema da preferire, anche perché in media evidenzia un minor costo del servizio complessivo rispetto al sistema a cassonetto. Il chiacchiericcio da bar che si avverte quando si affronta l’argomento è che il porta a porta non sarebbe coerente con le abitudini dei cittadini, che avrebbero esigenze intoccabili riguardo al conferimento illimitato dei rifiuti. In realtà queste e altre ingiustificate prese di posizione sono quasi sempre tentativi subdoli di condizionare l’opinione dei cittadini da parte delle aziende di gestione, le quali non esitano a creare vere e proprie leggende metropolitane pur di far prevalere inaccettabili interessi aziendali o di parte.

Un sistema basato sul porta a porta in realtà come quella della nostra città è da preferire, quindi, per evidenti ragioni di efficienza e di sostenibilità. Per rilanciare l’esperienza bresciana di servizi pubblici d’avanguardia e a costi contenuti, occorre che A2A si svegli dal torpore degli ultimi anni, la smetta di inquinare il dibattito e svolga una funzione matura e rispettosa degli interessi della collettività.

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1 COMMENT

  1. interessante vedere che a legambiente non gliene frega nulla dei costi che si triplicano con il porta a pora e non gliene frega nulla nemmeno delle discariche abusive che si formano sulle rive dei fossi o a lato delle strade fuori paese, o meglio che si riempiano i cassonetti dei paesi che non hanno il porta a porta… tanto chi se ne frega! l’importante è fare vedere che le percentuali (falsate) della differenziata lievitano…

  2. "sulla base di analisi accurate e di esperienze territoriali a noi più simili, lo indica come il sistema da preferire, anche perché in media evidenzia un minor costo del servizio complessivo rispetto al sistema a cassonetto". Non è vero che i costi triplicano con il porta a porta, i fossi e le strade si riempiono di discariche abusive anche con i cassonetti a calotta (a Brescia ce ne sono ovunque nonostante i cassonetti "liberi") e non è possibile riempire i cassonetti dei paesi limitrofi se anche loro praticano il porta a porta o la calotta.
    E’ comunque evidente che il modo migliore per risolvere il problema dei rifiuti è quello di non produrli.
    Paradossa lmente sarebbe quindi giusto che il costo dello smaltimento aumentasse per incentivare la non produzione ed il sistema di tariffazione puntuale applicabile con il porta a porta va giusto in questa direzione: più rifiuti produci più paghi.

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