Sette gruppi politici in Consiglio regionale cambiano nome o si dividono per presentare liste per le elezioni regionali senza raccogliere le firme. A denunciarlo con una nota è Dario Violi, candidato presidente del M5S per la Lombardia. “E davvero disgustoso – attacca l’esponente dei cinquestelle – Stanno truffando i cittadini. Si mimetizzano dietro nuove sigle ma non cambia la sostanza: fuori da Pirellone questi gruppi non hanno nessuna rappresentanza. Alla faccia della chiarezza, della rappresentanza territoriale, del vincolo di mandato con gli elettori e della democrazia”.
Chi ha votato Ambrosoli, secondo la ricostruzione di Violi, è ora sostenitore-automatico di un gruppo per Gori. Il PD, che ha votato contro il nostro referendum sullautonomia, finge di dividersi e fonda il gruppo Obiettivo per le Autonomie. “Siamo oltre le fake news – incalza l’esponente grillino – questo è un fake e basta. Ncd, che ormai ha percentuali di voto sotto lo zero, si sta auto vivisezionando e ha pronti ben due nuovi partiti: Noi con lItalia e Civica popolare, forse anche per resuscitare il civismo defunto grazie ad Ambrosoli, che, appena ha potuto, ha fatto le valige da consigliere regionale ed è finito a fare il presidente di una banca”.
“Come fanno queste persone a fare gli interessi dei lombardi se non sanno nemmeno come si chiamano? – conclude il candidato del partito di Beppe Grillo – Noi siamo gli unici ad avere un simbolo, un programma, un nome, unidentità e non facciamo alleanze. Per prevenire tutto questo avevamo presentato un ordine del giorno alla legge elettorale regionale per richiedere che tutti i gruppi fossero obbligati a raccogliere le firme. Ovviamente i partiti si sono barricati sulle poltrone bocciando la nostra proposta, e questo è il disgustoso risultato”.