Con una lunga nota inviata oggi, il Pd bresciano prende formalmente le difese del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, condannando gli “attacchi sconsiderati e vergognosi” al suo indirizzo dopo la mancata nomina di Savon a a ministro dell’economia e la conseguente fine del progetto di governo targato Lega e M5S. Il partito guidato da Michele Orlando e Giorgio De Martin, inoltre, annuncia che “la segreteria provinciale ha invitato tutti i circoli a tenere aperte in giornata o in serata le sedi del PD per raccogliere lì, in modo diffuso sul territorio provinciale, il sostegno alla Costituzione, alle istituzioni italiane, al Capo dello Stato”.
IL COMUNICATO INTEGRALE DEL PD BRESCIANO
LItalia sta attraversando in queste ore una delicatissima crisi politica e istituzionale dagli esiti incerti. Bene ha fatto il Partito Democratico a promuovere a livello nazionale una mobilitazione a difesa della Costituzione, delle istituzioni, del Capo dello Stato e delle sue prerogative”, a dirlo – con una nota – è il Partito Democratico bresciano.
Il Presidente Sergio Mattarella è oggetto di attacchi sconsiderati e vergognosi, che danno il senso del degrado del clima sociale che sta caratterizzando questa fase della vita del Paese: la minaccia della messa in stato daccusa (che dimostra una scarsa conoscenza della Carta Costituzionale, cosa doppiamente grave se posta in essere da chi ne ha difeso la sacralità solo un anno e mezzo fa!), la critica per aver ecceduto rispetto ai propri poteri (che dimostra scarsa conoscenza delle prerogative del Capo dello Stato), gli insulti infamanti sui social (che non disdegnano di oltrepassare i limiti del rispetto e della dignità umana) vanno condannati con la massima determinazione. Al Presidente della Repubblica va tutta la nostra vicinanza e la nostra solidarietà.
Non era mai successo in 70 anni che il Capo dello Stato fosse minacciato per costringerlo a violare il mandato costituzionale. Il Presidente non è un notaio che firma decisioni prese da altri, ma è responsabile dellinteresse nazionale. Lega e Cinque Stelle hanno raccontato per settimane che il leader è il programma, che non hanno mai parlato di cognomi, ma di idee; e alla prova dei fatti si sono invece impuntati su un nome. Volevano far fallire tutto e riportare lItalia alle urne: ora è tutto chiaro. Sono degli avventurieri irresponsabili e dei prepotenti. Portare l’Italia fuori dall’Europa e fuori dall’Euro vorrebbe dire farne pagare il prezzo maggiore ai cittadini, ai risparmiatori, alle famiglie e alle imprese.
Due ulteriori considerazioni vorremmo fare.
Una è rivolta allEuropa, alle istituzioni comunitarie, ai singoli stati dellUnione: cosaltro serve per capire che, così comè, questa Europa non funziona? I movimenti e le forze populiste e antieuropee stanno prevalendo ovunque, come sintomo di un malessere che travalica i singoli Paesi e coinvolge un numero crescente di cittadini. LUnione Europea è davanti ad un bivio: o si torna indietro ai singoli stati nazionali (come vogliono i populisti), ma sarebbe, in un mondo sempre più globale, un vero e proprio disastro; oppure si fa un deciso passo avanti, nel senso di una più forte integrazione democratica, civile e sociale.
Laltra è rivolta al PD e al centro sinistra: usciamo da questa tenaglia, che per altro ci sta stritolando, tra anti-europeisti ed europeisti ortodossi. LEuropa è la nostra prospettiva, se vogliamo perseguire un futuro di pace, di progresso e di prosperità, ma abbiamo il dovere di dire con determinazione che nei confronti di questa Europa, oggi, serve un atteggiamento di radicale riformismo, denunciando ciò che non va e chiarendo il progetto che abbiamo in mente.
Il Pd bresciano prima di scrivere e parlare dovrebbe leggersi l’ANSA di qualche ora fa in cui si rivela che il Commissario al Bilancio europeo (tedesco) Ottinger ha dichiarato: “Lo sviluppo negativo dei mercati porterà gli italiani a non votare più a lungo per i populisti”. Si aggiunge che il tweet sarebbe la versione corretta di un precedente post comparso nel social network, nel quale Oettinger veniva citato in modo diverso: “i mercati insegneranno agli italiani a votare per la cosa giusta”. Orripilante dichiarazione. E poi suona tutto molto strano, ma altrettanto chiaro: spread per due mesi fermo e Borse in rialzo dopo il 4 marzo. Spread a 190 e Borse ferme il giorno dell’intervento di Mattarella “a tutela dei risparmiatori” (?!) , mentre azzera il Governo Lega-5 Stelle. Ma non basta: spread oltre 300 punti base e crollo verticale in due giorni della Borsa Italiana all’annuncio di un Governo super partes presieduto da Cottarelli. Su tutto, però, non si dice che sono uguali i fondamentali dell’Italia: gli stessi oggi come sei mesi fa o tre mesi fa, stessi numeri di finanza pubblica e di debito, di PIL o di bilancia commerciale. Ma il messaggio è chiaro: i mercati decidono chi va bene o chi va meno bene al Governo di un Paese e così si sostuiscono al popolo sovrano nell’esercizio della democrazia elettiva e rappresentativa. Il tutto con la benedizione di un Presidente della Repubblica che forse non si è accorto che sono proprio l’euro e questa Europa della finanza, senza una tracia politica unica ed un unico sistema fiscale e contributivo, a far pagare il prezzo peggiore ai cittadini, alle imprese, ai risparmiatori come quelli italiani. Altro che i cosiddetti populisti o gli estremisti della Lega e dei 5 Stelle !