La Diocesi di Brescia, guidata dal vescovo Pierantonio Tremolada, ha confermato alla Conferena Episcopale Italiana la disponibilità ad accogliere “cinque o sei” richiedenti asilo politico arrivati nei giorni scorsi all’aeroporto di Catania con la nave Diciotti, che si potrebbero quindi andare a sommare ai 198 già ospitati dalle strutture diocesane bresciane.
Come noto la Conferenza episcopale italiana si è assunta limpegno di accogliere cento profughi. Altri quaranta partiranno nelle prossime ore alla volta di Albania e Irlanda.
“Ho apprezzato molto la decisione della Cei di accogliere i profughi della nave Diciotti come mi ha fatto piacere che il Governo italiano abbia a sua volta accolto con favore questa disponibilità”, ha dichiarato Monsignor Tremolada. Il vescovo, quindi, ha parlato di “contatti con le altre Diocesi lombarde” per “procedere in maniera solidale fra diocesi”, e si è detto felice di aver dato “la propria disponibilità per contribuire a sbloccare una situazione che era diventata insostenibile e oltre modo critica”.
La presa di posizione della Diocesi ha suscitato numerosi apprezzamenti anche sui social, ma sulla pagina Facebook del settimanale diocesano La voce del popolo non sono mancati i commenti critici. “Per il Vescovo sono più importanti i clandestini, che i problemi nelle sue comunità parrocchiali”, scrive una utente. “No Mons. Vescovo non va bene portare altri CLANDESTINI i Brescia e Provincia Poi li mantiene Lei o fa come il gesuita jorge mario bergoglio che li fa portare a Grottaferrata”, incalza un secondo. Ma le reazioni polemiche sono comunque una sparuta minoranza. (lu.ort)
Anche questo vescovo, sulla scia del monaripensiero (acritico e fedele burocrate di quanto impone la Cei e Bergoglio) vive in un mondo di favole con i soldi dei contribuenti italiani dell’8 per mille. La genialata e la “novità” di Salvini e dei vescovi di distribuirne 100 alla chiesa cattolica (come se fosse uno stato a sè e come se non si fosse mai fatto prima) e non al Vaticano che infatti non li ha reclamati, continuerà a costarci i soliti 47 Euro al giorno pro-profugo. E intanto il Tremolada di turno non si occupa dei tantissimi problemi lasciati irrisolti nella diocesi bresciana dal suo inetto predecessore. O meglio, dà l’idea di voler fare, senza far sapere niente a nessuno di quello che fa. In sostanza però, a parte alcuni cambiamenti in curia che però non stravolgono il malcostume che c’è, nulla sta cambiando ad un anno dal suo insediamento.
Poichè da fonte autorevole circa il 20% del patrimonio immobiliare italiano sarebbe della Chiesa Cattolica (2000 miliardi di euro di valore nel mondo), cominciamo a far alloggiare i migranti in queste unità abitative: messaggio cristiano messo in pratica alla grande e non solo teorizzato !
Io direi invece che quei patrimoni andrebbero nazionalizzati e utilizzati come edifici da adibire a scuole, ospedali, case di riposo, ecc. Con la motivazione che sono stati finanziati dalla gente e quindi sono patrimonio collettivo. Non come fece il buon Luciani a montaner cinquanta anni fa che impose il suo parroco e chiuse la chiesa (roba sua, non del popolo) perchè la gente non voleva subire le sue scelte dispotiche, col risultato di creare uno scisma.