Brescia, polemica per il candidato con l’Ak47, lui: il terrorismo mi fa schifo

Diversi esponenti politici di centrodestra chiedono il ritiro della candidatura e addirittura chiedono che le forze dell'ordine indaghino sul caso

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Il candidato nella foto comparsa su Facebook
Il candidato nella foto comparsa su Facebook

Infiamma la polemica a Brescia per una foto comparsa su Facecook in cui Talat Chaudhry Doga – pakistano candidato alle elezioni per il consiglio di quartiere di via Cremona, in città  – imbraccia sorridente un fucile da guerra Ak47. E se diversi esponenti politici di centrodestra chiedono il ritiro della candidatura e addirittura chiedono che le forze dell’ordine indaghino sull’accaduto, l’interessato si difende parlando di una strumentalizzazione politica e sottolineando di essere radicalmente lontano da ogni forma di estremismo.

IL CASO E LE REAZIONI

A sollevare il caso è stato un articolo del Giornale di Brescia, che riporta l’immagine (poi scomparsa dal profilo social). Tra le reazioni più dure si segnala quella dell’assessore regionale leghista Fabio Rolfi. “Ha proprio ragione il sindaco Del Bono – attacca l’esponente del Carroccio – gli immigrati portano un ‘valore aggiunto’ nei consigli di quartiere. Confido che questo personaggio, sostenuto dal centro islamico cittadino come si legge nell’articolo, venga stralciato dalle liste e si avvii una seria indagine sull’origine dell’arma. E già che ci siamo rispediamolo al suo paese a giocare con l’Ak47!”.

Parole durissime, a cui fanno eco quelle – ancora più dure – del consigliere regionale Viviana Beccalossi. “Ci mancava anche il candidato con il kalashnikov – attacca in un comunicato stampa – Mi auguro che le forze dell’ordine indaghino su questo personaggio che chiede il voto ai suoi connazionali per fare ottenere loro più diritti e che sui social non si vergogna a farsi fotografare in una posa ‘stile terrorista’. Povera Brescia!”, attacca l’ex esponente di Fratelli d’Italia. E aggiunge: “un atteggiamento che a voler essere buoni è di cattivo gusto, ma che a ben guardare è inaccettabile se pensiamo che Brescia, tra le città con la maggiore presenza di immigrati in Italia, è da tempo considerata un centro nevralgico per simpatizzanti dell’estremismo islamico. Di certo credo che la comunità pakistana non voglia e non debba farsi rappresentare da questo signore”. “Il minimo che si possa chiedere – conclude Viviana Beccalossi – è che questa vergognosa candidatura venga ritirata prima ancora di essere esaminata dagli uffici competenti, anche e soprattutto per una presa di posizione netta del sindaco Del Bono. Se questa è l’immagine di chi vorrebbe entrare nelle istituzioni, siamo proprio alla follia e mi chiedo, visto il sistema elettorale con lista unica, come cittadini perbene, di qualsiasi colore politico, possano accettare di vedersi candidati a fianco di questa persona”.

Dichiarazioni che cozzano con la versione fornita dall’interessato.

LA DIFESA DELL’INTERESSATO

Talat Chaudhry non ci sta a passare per estremista e tanto meno per terrorista, e – intervistato in esclusiva da BsNews.it – parla di un tranello tesogli da qualche rivale per questioni meramente elettorali e annuncia possibili azioni legali a tutela della sua immagine.

“Sono mussulmano, sì, ma condanno – al mille per cento – ogni forma di estremismo e di terrorismo: quelle cose mi fanno schifo”, tiene a precisare rispondendo alle dichiarazioni di Beccalossi e Rolfi. E sulla foto spiega: “E’ stata scattata nel 2013, al matrimonio di mio fratello: in Pakistan è legale detenere armi e imbracciavo quel fucile solo per questioni di sicurezza, perché nel mio Paese d’origine capitano spesso furti durante quel tipo di ricorrenze”.

Talat Chaudhry, quindi, tiene a sottolineare di essere perfettamente integrato e di essere ben lontano dai mondi che qualcuno ha evocato. “Vivo in Italia da 23 anni”, spiega, “e da dieci sono sposato con una donna italiana, che gestisce un’autoscuola nel quartiere. Ho centinaia di amici italiani. E da sempre lavoro onestamente: mi sono occupato di volantinaggio e a lungo ho gestito un ristorante a Collebeato, che ho ceduto un paio di anni fa. Oggi”, continua, “ho un autolavaggio a Bolzano”.

“Mi sento più europeo e italiano di molti italiani”, conclude Chaudhry, “non capisco il perché di queste polemiche, né perché siano spuntate soltanto ora: mi infastidisce molto quanto sta accadendo e mi viene il dubbio che siano state architettate da qualcuno soltanto per scopi elettorali”.

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