Sanremo è uno dei problemi principali del Paese. Almeno per qualcuno. E’ curiosa, infatti, la polemica aperta da sette parlamentari della Lega, tra cui la senatrice bergamasca Simona Pergreffi (membro della commissione Vigilanza Rai) che nelle scorse ore hanno inviato ai media un comunicato stampa in cui – in buona sostanza – se la prendono con chi ha gestito la manifestazione canora per aver disatteso il volere del popolo facendo vincere Mahmood invece di Ultimo. E concludono: “Siamo sicuri che dall’anno prossimo cambierà musica. Confidiamo nella nuova direttrice Rai Teresa de Sanctis che si è insediata a contratti chiusi. Dal prossimo anno con lei si eviteranno scivoloni e le contestazioni di questa edizione targata Pd ”.
Di seguito il testo integrale del loro comunicato.
IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO
“Chiediamo alla Società concessionaria maggiori delucidazioni sul processo di formazione della classifica finale, nonché sugli introiti derivanti con il televoto espresso dal pubblico”. È la richiesta dei parlamentari Tiramani, Bergesio, Capitanio, Coin, Fusco, Iezzi, Pergreffi sul caso Sanremo.
La 69ma edizione del Festival della canzone italiana di Sanremo, prodotta e trasmessa dalla RAI, prevedeva – per la designazione del vincitore della competizione canora – l’espressione da parte del pubblico di un televoto del costo di 0,51 centesimi di euro ciascuno;
i voti espressi dal pubblico concorrevano alla formazione della classifica finale per una quota pari al 40%, laddove il restante 60% era equamente formato con i voti espressi dalla giuria demoscopica (30%) e dalla giuria c.d. d’onore (30%). “Perché i voti espressi dalla cosiddetta giuria d’onore – chiede la senatrice bergamasca Simona Pergreffi, membri della commissione di Vigilanza Rai – hanno ribaltato nettamente il risultato finale decretato dal pubblico a casa con il televoto?”
“Non solo, ma a chi ha partecipato al televoto – continua Pergreffi – spendendo dei soldi bisogna dare delle spiegazioni visto che il voto popolare poi è stato surclassato da una giuria d’ onore”. Regolamento e contratti del festival non sono della nuova gestione: “Siamo sicuri che dall’anno prossimo cambierà musica – conclude la senatrice bergamasca – Confidiamo nella nuova direttrice Rai Teresa de Sanctis che si è insediata a contratti chiusi. Dal prossimo anno con lei si eviteranno scivoloni e le contestazioni di questa edizione targata Pd ”.
In effetti, limitandoci a dire che si tratta di un Festival della canzone italiana (questa era l’originale intenzione), il brano vincente è per me davvero scarsino: come musica, come testo, come interpretazione vocale, se si può chiamare tale. Una specie di filastrocca-ritornello ritmata assai banale, ma di questi tempi parecchio “alla moda”. Insomma, probabilmente vince davvero qualcos’altro che ha molto più a che fare con il riscatto sociale che con la musica. Ed anche questo fa parte dei tempi che viviamo: di desolante decadenza.
Quante polemiche inutili…. Tanto alla stragrande maggioranza della gente non interessa e non ha interessato il festival…. Sono tutte modalità per fare marketing e cercare di dare ossigeno al mercato discografico che, insieme a quello dell’editoria, è ormai alla canna del gas. Sono finiti da almeno trentacinque anni gli anni d’oro delle canzonette che riempivano le tasche di cantanti ed editori e la testa alla gente con contenuti comunque sempre imposti…. E, anche allora, gli intellettuali radicalchic rigettavano tale mondo disimpegnato e qualunquista, puntando il dito su sanremo, sulle canzonissime e sulle varie altre trasmissioni televisive, che, dicevano, rimbambivano le menti e le distraevano dai problemi seri e “alti” della gente colta o non corrotta dalle canzonette, proponendo un mondo (il loro) al di fuori dagli schemi e dai meccanismi di potere e di mercato… Adesso questa gente “impegnata” è finita al caldo nelle stanze dei bottoni ed è il potere del benpensanteimborghesito (proprio quello che loro contestavano quando erano poveri), pensando di contare ancora nella manipolazione delle coscienze, e credendo quindi di imporre queste nuove canzoni ad un pubblico che ormai non esiste più ma che loro non l’hanno ancora capito…