Un noto imprenditore di Manerbio è finito agli arresti domiciliari per bancarotta nell’ambito dell’inchiesta sul dissesto e fallimento di una società di Paternò (Catania), di cui l’uomo era presidente e amministratore e il cui il 93% delle quote appartenevano a una seconda società con sede a Brescia.
A dare esecuzione dell’ordinanza i finanzieri del Comando Provinciale di Catania, con la collaborazione della Guardia di Finanza di Brescia e di Milano.
La seconda società, fornitrice del servizio di call center ad aziende nazionali come Enel e Sky,, fu dichiarata fallita nel 2017 dal tribunale di Catania: già allora erano emersi debiti erariali non assolti per circa 14 milioni di euro. In passato gli amministratori si erano occupati di falsificare il patrimonio della società, che era in negativo nonostante la prima società beneficiasse di agevolazioni fiscali riservati ad aziende del Mezzogiorno per l’assunzione di lavoratori svantaggiati, attraverso bilanci fasulli.
L’imprenditore di Manerbio è ora indagato per omesso versamento Iva, falso in bilancio e bancarotta fraudolenta. Con lui nei guai è finito anche un altro amministratore della società.