🔴 Omicidio Piozzi, rapina o esecuzione? Si cerca l’assassino

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Emergono nuovi dettagli sul brutale assassinio di Mario Piozzi, il 59enne originario di Quinzano ucciso ieri nel Veronese.

Piozzi aveva 59 anni ed era originario di Quinzano d’Oglio. Da quattro anni si era trasferito nel capoluogo scaligero, dove aveva aperto una sala slot, ma manteneva solidi legami con il paese d’origine e con la città di Brescia, dove abitano ancora alcuni parenti. A Quinzano aveva gestito anche una tabaccheria, per poi trasferirsi sul lago di Garda e infine a Verona: prima con un’altra tabaccheria e poi con la nuova attività.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, intorno alle 21.30, un uomo con il viso coperto ha suonato alla porta posteriore della sua sala slot, la Qui Gioco di viale dei Caduti, nel centro di Legnago (era chiusa da due ore, ma la vittima viveva nelle pertitenze). L’aggressore lo ha colpito alla testa con una spranga ed è fuggito con 3mila euro. A trovare la vittima, in una pozza di sangue, è stata la socia di Piozzi, una 41enne moldava, passata di lì per caso. I tentativi di salvarlo si sono rivelati purtroppo inutili: è morto dopo due ore di agonia.

Gli investigatori sospettano che Piozzi sia stato aggredito da qualcuno che conosceva o con cui aveva un appuntamento. Non è escluso, visto l’accanimento dell’assassino sul corpo della vittima, che la rapina fosse solo un modo per depistare le indagini. Insomma: è stata una rapina finita male o una fredda esecuzione? Di certo chi ha agito era preparato a tutto: aveva volto coperto, guanti ed una spranga in mano. Ora le forze dell’ordine stanno cercando di dargli un nome.

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