A proposito di “vino naturale” | BARBERA & CHAMPAGNE/12

Per i curiosi, l’appuntamento per un approfondimento è rappresentato dalla manifestazione Vino Indipendente, che si terrà i prossimi 2 e 3 Febbraio a Calvisano

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Pigiatura tradizionale dell'uva, foto generica da Pixabay
Stefano Bergomi
Stefano Bergomi

di Stefano Bergomi* ([email protected]) – Ma cosa è il vino naturale? Ultimamente se ne sente parlare molto, ma sembra mancare una definizione universale e condivisa. Per i curiosi, l’appuntamento per un approfondimento è rappresentato dalla manifestazione Vino Indipendente, che si terrà i prossimi 2 e 3 Febbraio a Calvisano (tutte le info qui).

La rassegna è ormai giunta alla sesta edizione, raggruppa più di 60 produttori di vino selezionati in tutta Italia dal sommelier Stefano Belli, ideatore dell’appuntamento.

E’ una sorta di mostra mercato, con la possibilità di degustazione ma anche di acquisto direttamente ai banchi d’assaggio.

Il comune denominatore condiviso da tutte le realtà partecipanti è la tutela ambientale e la salvaguardia dei territori nei quali operano. In conseguenza la filosofia produttiva perseguita è improntata a ridurre il più possibile l’intervento umano in vigna e cantina, bandendo quegli elementi che minano la naturalità del prodotto, quali chimica e tecnologia. L’obiettivo è la produzione di pezzi unici, secondo una filosofia artigianale che si contrappone all’omologazione industriale.

In previsione dell’evento, segnalo, tra gli altri, 3 produttori che non potete perdervi, in funzione del vostro profilo gustativo:

1. Rocky Balboa. Se non avete paura del ring e degli scontri corpo a corpo potete far visita a Casa Caterina (Monticelli Brusati – Lombardia). Bollicine da metodo classico non convenzionali, ma anche fermi da vitigni inconsueti per la Franciacorta, come avevo già avuto modo di presentarvi in una vecchia puntata della rubrica Barbera e Champagne (qui il link). Vini di personalità per palati allenati. Consigliato un approccio difensivo e guardia ben alta, pena incassare fin da subito un colpo da “knockout”.

2. Stefano Moro. Per chi non lo conoscesse è un alpinista bergamasco, ha scalato 8 dei 14 ottomila presenti nel globo, ma anche scrittore (“i sogni non sono in discesa”). Se siete affascinati dal sole estivo di una bella passeggiata alpina, dai ripidi e scoscesi pendii rocciosi, dalle terrazze con i muretti a secco, non potete mancare l’appuntamento con Barbacan (San Giacomo di Teglio, Valtellina – Lombardia). Nei loro vini il nobile tannino del nebbiolo chiavennasca, ma anche un gusto che sa di tradizione antica e rigorosa, tipica di chi vive la montagna.

3. Ludovico Einaudi. Pianista e compositore, miscela sapientemente diversi generi musicali tra loro in stile minimalista. Se il vostro gusto è affascinato dalla sperimentazione, su note soffuse e dalla facilità di beva, affidatevi al racconto in vino di Tenuta Cà Sciampagne (Urbino – Marche). Nella composita gamma aziendale di prodotti trovano spazio bianchi e rossi della tradizione della zona di produzione, ma anche qualche vitigno internazionale e, non facendo difetto il coraggio, alcuni metodo ancestrale e passito. Se tendete l’orecchio potreste apprezzare l’armonia del bianchello, a cullarvi con voce tenue e delicata, rivendicando la considerazione che storicamente non sempre ha avuto.

* sommelier per passione

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