di Enrica Recalcati – Omnia Alia Sunt è un lavoro sulla percezione visiva che mette in risalto quanto in questi tempi il virtuale sia a volte più importante del reale. Il progetto fotografico è la sintesi di un processo creativo più complesso.
Nelle fotografie dominano statue realizzate in contesti architettonici spesso riconoscibili perché simboli di grandi metropoli: New York, Parigi, Roma, Venezia, Palermo, Milano, Gerusalemme. Di queste statue non ne resterà neppure una, perché Fabio è uno scultore di idee. Le opere sono alte circa quindici centimetri, realizzate in pochi secondi con fazzoletti di carta stropicciati e filo di ferro. Appena realizzate vengono posizionate su un basamento di legno simil-marmo e fotografate con prospettiva ravvicinata, cercando l’inquadratura giusta, ottenendo spesso effetti inconsueti. Il tutto con uno smartphone, il tempo cioè di uno scatto con il cellulare per immortalare scene davvero emozionanti. Un gioco di proporzioni, per un occhio che la vede lunga e va oltre il reale per creare l’arteficio , come dichiara lo stesso artista: “…la finzione per la verità o la verità per la finzione…”. Le statue, ad un primo sguardo, paiono di grandi dimensioni e incredibilmente vere! L’inganno apparente fissato nelle foto del progetto è, di fatto, un atto di verità. Mostra come ogni cosa non è quella cosa (omnia alia sunt). In mostra, per comprendere la complessità del processo creativo, girano i video realizzati dal videomaker Carmelo Puglisi.
Fabio Bix nasce a Brescia nel 1969, inizia il suo lavoro creativo a trent’anni scrivendo prima narrativa e poi per il teatro. Successivamente si dedica all’arte visiva. Finalista in molti concorsi, ha all’ attivo pubblicazioni, mostre personali e collettive. Questa mostra è stata esposta anche al MACRO di Roma. “Ultimamente scolpisco statue monumentali giocando con le proporzioni e con dei fazzoletti di carta – il progetto Omnia Alia Sunt. Il mio obiettivo è diventare il più grande scultore del mondo e di tutti i tempi. Per fortuna è un obiettivo alla mia portata”.
Per Renato Corsini, che firma il testo critico della mostra, Fabio Bix diventa invece complice di una provocazione, di un gesto artistico al quale viene attribuita la storicizzazione di un attimo fuggente, di una certezza inesistente perché destinata a autodistruggersi. Una performance con l’intento di svelarci un gioco, accompagnarci in un fantastico viaggio all’insegna dell’ironia.
LA SCHEDA
Fabio Bix. OAS/01#BRESCIA.
Ma.Co.F presso Mo.Ca
via Moretto, 78
dal 24 gennaio al 23 febbraio 2020
dalle 15,30 alle 19,30
ingresso libero
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