CORONAVIRUS, un piccolo editore al governo: servono aiuti o il settore chiude

Arpeggio Libero, per cui pubblica i suoi legal thriller anche il bresciano Nicola Fiorin - ha deciso di scrivere una lettera aperta all'esecutivo

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La crisi sta toccando direttamente anche l’editoria, piccola e grande. Per questo il titolare di una piccola casa editrice – Arpeggio Libero, per cui pubblica i suoi legal thriller anche il bresciano Nicola Fiorin – ha deciso di scrivere al governo per chiedere un sostegno vero al settore. La piccola editoria, infatti, è oggi ignorata dai provvedimenti governativi di sostegno all’economia e molte case editrici rischiano seriamente di dover chiudere per sempre.

Di seguito pubblichiamo la lettera aperta del lodigiano Fabio Dessole, titolare di Arpeggio Libero, con le richieste all’esecutivo.

Lettera Aperta al Governo sull’Editoria Italiana

La condizione di estrema difficoltà che sta vivendo la nostra economia a causa dell’emergenza Covid-19 sta mettendo letteralmente in ginocchio il comparto culturale nazionale dell’editoria, dunque l‘intera filiera del libro a cominciare dagli autori, gli agenti editoriali, gli editori, i tipografi, i promotori, i distributori, i grafici, i trasportatori, che non sono tenuti in conto delle recenti normative straordinarie.

Il Decreto-legge 17 marzo 2020, “Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica”, non tiene conto tra i soggetti di cui all’art. 61 del comparto dell’editoria, in modo particolare della piccola editoria, misconoscendo di fatto il ruolo fondamentale che in una società democratica viene rivestito dall’editoria libraria, sia di varia che specialistica.

Questa scelta nella redazione del Decreto-legge 17 marzo 2020 penalizza profondamente tutte le piccole imprese e tutti gli addetti di un settore chiave quale l’editoria, che in questa fase drammatica si è sentita abbandonato dallo Stato, che non ha tenuto in conto l’importanza vitale e propositiva della cultura espressa attraverso i libri per una società libera e sana.

Chiediamo con la presente di voler introdurre, in occasione della conversione da parte del Parlamento del Decreto, il comparto dell’editoria tra le forze decisive e indispensabili di questo Paese, trattandolo alla pari degli altri soggetti di cui all’art. 89 e 61 del DL 17 marzo 2020.

Per evitare la scomparsa di tantissime sigle e marchi editoriali e di migliaia di posti di lavoro distribuiti sull’intero territorio nazionale, soprattutto tra le piccole case editrici, consideriamo ragionevoli e urgenti le seguenti misure:

  1. L’inserimento dell’intera filiera dell’editoria tra i settori protetti di cui all’art. 61 del Decreto-legge 17 marzo 2020
  2. L’introduzione di un credito di imposta alle famiglie per gli acquisti di libri di ogni genere e tipo (questione antica e quanto mai urgente, sia in questo tempo di crisi che per il futuro
  3. L’estensione al settore dell’editoria del voucher previsto per i biglietti di cinema, teatro, spettacoli dal vivo
  4. L’estensione al settore dell’editoria dell’indennità prevista per i lavoratori del turismo e dello spettacolo
  5. Il ripristino del credito di imposta anche in collaborazione con le tipografie per l’acquisto della carta per la stampa dei libri novità in uscita già, auspicabilmente, nel mese di aprile 2020
  6. La cassa integrazione in deroga estesa, alla bisogna e sulla base di quello che sarà l’andamento del mercato una volta superata la crisi, almeno a tutto il 2020
  7. La dilazione di tutte le scadenze fiscali e la loro rateizzazione senza oneri di mora.

Nella speranza di un riscontro positivo, inviamo i più cordiali saluti

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Ultimo aggiornamento il 16 Aprile 2024 06:04
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