Scuola, alcune riflessioni sui banchi a rotelle della Azzolina | di Giorgio Taglietti

Sollecitato da amici, conoscenti e genitori preoccupati, che chiedono il mio parere su questi nuovi banchi-sedie con rotelle, ne approfitto per proporre alcune riflessioni di carattere tecnico

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I nuovi banchi ordinati dal governo, foto generica
Giorgio Taglietti

di Giorgio Taglietti* – Mancano ormai pochi giorni alla ripresa della scuola, perché è chiaro che non c’è alternativa: le scuole devono riaprire il 14 settembre pena il collasso del sistema sociale italiano. Eppure il dibattito sull’organizzazione della ripartenza si è concentrato quasi esclusivamente sui famosi banchi singoli con le rotelle proposti dal Ministro dell’Istruzione Azzolina.

La gara europea dell’appalto più discusso dell’anno si è chiusa e il commissario per l’emergenza scolastica, Domenico Arcuri, ha, finalmente, dichiarato gli undici vincitori (anche se ancora non sono stati forniti i nomi) dei quattordici che avevano presentato l’offerta.

I due milioni e mezzo di banchi e sedie, verranno forniti alle scuole italiane da 11 aziende, delle quali sette italiane e quattro straniere appartenenti alla UE.
A settembre (a partire dal giorno 8, secondo il comunicato diffuso dal Comitato Tecnico Scientifico) arriveranno i primi, poi, visto che si sono dovuti allungare i termini di consegna, da inizio ottobre ne arriveranno altri, ed entro fine mese l’operazione sarà conclusa.
Come ha detto il commissario per l’emergenza Arcuri “il criterio per l’assegnazione riguarda il margine di rischio di contagio: più è alto e prima verranno forniti i nuovi banchi monoposto”.

Sollecitato da amici, conoscenti e genitori preoccupati, che chiedono il mio parere su questi nuovi banchi-sedie con rotelle, ne approfitto per proporre alcune riflessioni di carattere tecnico che riguardano queste sedute innovative (come alcuni amano definirle).

1) A CHI VERRANNO FORNITI I BANCHI CON LE ROTELLE

Basta guardare il capitolato di gara e in particolare l’allegato 2 – specifiche tecniche, che riporto testualmente:

PROCEDURA APERTA SEMPLIFICATA E DI MASSIMA URGENZA PER L’ACQUISIZIONE E LA DISTRIBUZIONE DI BANCHI SCOLASTICI E SEDUTE ATTREZZATE SULL’INTERO TERRITORIO NAZIONALE.

La gara ha per oggetto la fornitura e posa in opera di n. 3.000.000.000 (tre milioni) di banchi monoposto, nei seguenti lotti:

– Lotto A: fino a n. 1.500.000 (un milione e cinquecentomila) banchi monoposto di tipo
tradizionale (sedute escluse), per scolari della scuola primaria e studenti della scuola
secondaria di primo e di secondo grado, con le caratteristiche e nelle misure prescritte dalla
normativa UNI EN 1729: 2016;

– nonché fino a 700.000 sedute per banchi della tipologia standard nelle misure corrispondenti
all’altezza dei banchi;

– Lotto B: fino a 1.500.000 (un milione e cinquecentomila) sedute scolastiche attrezzate di tipo
innovativo, ad elevata flessibilità di impiego, per gli istituti della scuola secondaria.

Si precisa che le quantità sopra indicate per ciascuna tipologia hanno un valore puramente indicativo nell’ambito del complessivo fabbisogno di tre milioni di banchi e saranno esattamente definite in sede di contratto, unitamente all’indicazione degli istituti scolastici destinatari, sulla base dei rispettivi fabbisogni, comunicati dal Ministero dell’Istruzione.

Come si vede, il bando di gara fa distinzione tra la fornitura di banchi monoposto di tipo tradizionale (quelli in legno e metallo) e quelli innovativi (lotto B).
Pertanto, secondo quanto sopra specificato, quest’ultimi dovrebbero essere consegnati solo agli istituti della scuola secondaria con esclusione, quindi, di quella primaria.
Le dichiarazioni del Ministro Azzolina, e le prime immagini diffuse in rete, sembrerebbero però andare in direzione opposta: non ci resta che aspettare e stare a vedere!

Non capisco, inoltre, la ratio tra la scelta del banco monoposto e la seduta su ruote di tipo innovativo, che va in direzione opposta al distanziamento.
Gli alunni, con le sedie “mobili”, avrebbero maggiori possibilità di spostamento, infrangendo in questo modo più facilmente la regola imposta dal Comitato Tecnico Scientifico del distanziamento minimo di un metro statico di distanza.
Forse più avanti potrebbe favorire i lavori di gruppo in aule dinamiche, ma non è questo ciò che serve adesso.

2) GLI ERRORI NELLE CARATTERISTICHE COMUNI

Sempre nel bando di gara vengono indicate le caratteristiche comuni dei prodotti e che riporto ancora testualmente:

Caratteristiche comuni

Tutti i prodotti dovranno possedere, quali caratteristiche essenziali minime, la conformità alle norme UNI EN vigenti per le rispettive tipologie e categorie ed i seguenti ulteriori requisiti minimi di sicurezza:

– Minima reazione al fuoco, secondo le norme vigenti;

– Classificazione in Classe E 1, relativamente al rischio di emissioni di formaldeide (secondo le
norme UNI EN 13986 – 2015);

– Conformità ai C.A.M. (criteri ambientali minimi) previsti al fine di garantire la sostenibilità
ambientale dei consumi della P.A.;

– Totale lavabilità delle superfici e garanzia circa la loro idoneità a sostenere frequenti pulizie e
sanificazioni con i prodotti normalmente utilizzati a tal fine.

Detti requisiti dovranno risultare adeguatamente certificati dai competenti organismi indipendenti accreditati.

Servizi complementari comuni

La fornitura dovrà comunque comprendere il trasporto e il montaggio degli arredi presso gli istituti scolastici di destinazione, nonché la tempestiva sostituzione di quelli difettosi o comunque non rispondenti alle caratteristiche richieste, nell’ambito delle garanzie appositamente definite nel contratto (v. punto 4, lettera g, dell’Avviso) fatti salvi gli effetti della clausola risolutiva espressa (v. punto 13 dell’Avviso).

Le caratteristiche indicate, vanno bene per i banchi e le sedie di tipo tradizionale ed è corretto il richiamo alle norme UNI EN vigenti, in particolare alla norma UNI EN 1729:2016
“Mobili, Sedie e tavoli per istituzioni scolastiche -Dimensioni funzionali – Requisiti di sicurezza e metodi di prova”.

Tale norma specifica come devono essere progettati e costruiti gli arredi scolastici e i metodi di prova ai quali devono essere sottoposti per assicurare maggiore sicurezza d’uso, corretta postura dell’utilizzatore e minimizzare i rischi di infortuni.

Lo stesso non si può dire per i banchi con le rotelle, infatti per questi, trattandosi di un prodotto innovativo, non esistono norme tecniche vigenti alle quali gli organismi indipendenti accreditati possano fare riferimento per prove e verifiche funzionali.

Di conseguenza ci troviamo davanti a dei banchi che non sono stati sottoposti ad una serie di prove di laboratorio tra le quali quelle di stabilità, di resistenza, di durata e d’urto.
Non essendo “a norma” non forniscono nessuna sicurezza in caso di incendio in quanto non sappiamo se hanno una resistenza al fuoco adatta a quelli che sono i requisiti per gli arredi che vanno in ambienti pubblici.
In caso di emergenza, data la loro mobilità, potrebbero creare problemi per una rapida evacuazione, andando ad intasare le vie di fuga verso l’uscita di piano.
Per anni abbiamo insegnato agli studenti che in caso di terremoto devono ripararsi sotto i banchi, ma adesso, con i nuovi in plastica con le rotelle, come si devono comportare?

Inoltre, queste sedute, NON essendo fatte di plastica riciclata, non devono e non possono rispondere ai requisiti obbligatori CAM, i criteri ambientali minimi.

Per quanto riguarda la voce “servizi complementari comuni” non è corretto cambiare il bando a gara aperta ed andare a dire ai giornali e alle TV che per portare nelle aule i banchi si useranno l’Esercito o la Protezione civile. I costi di consegna sono una delle voci di spesa più importanti e se l’incarico viene affidato allo Stato, le imprese risparmiano.

Chi non ha partecipato alla gara, quando il trasporto era previsto a carico del produttore, avrebbe tutti i motivi per un ricorso finalizzato ad invalidare le assegnazioni.

3) ASSENZA DI NORMATIVE

Che per i banchi con le rotelle non ci siano normative di riferimento è noto anche al Governo, infatti anche il bando di gara, sempre nell’allegato 2, riporta:

Caratteristiche delle sedute didattiche attrezzate di tipo innovativo

Sedute attrezzate per uso didattico multifunzionale, munite di almeno cinque ruote, ripiano di lavoro mobile di grandi dimensioni e ripiano porta libri o porta zaino di adeguate dimensioni.

Sono richiesti requisiti dimensionali, di sicurezza, di progettazione, di stabilità durante l’uso, di resistenza al rotolamento e di resistenza e durata non inferiori a quelli prescritti dalle norme UNI-EN 13761: 2003, in quanto applicabili.

In particolare:

– altezza della seduta da terra: tra 420 mm e 480 mm;

– profondità del sedile: tra 380 mm e 470 mm;

– larghezza del sedile: minimo 400 mm;

– dimensioni del piano di lavoro mobile: non inferiore a 500 mm per 30 mm;

– altezza del piano di lavoro da terra: non inferiore a 710 mm.

TRATTANDOSI DI PRODOTTI NON ANCORA CLASSIFICATI, AI FINI DELLA NORMATIVA UNI EN, NELLA CATEGORIA DEI BANCHI SCOLASTICI, l’idoneità funzionale all’impiego in istituti di istruzione di livello sub-universitario dovrà essere adeguatamente attestata dai responsabili degli istituti in cui tali sedute sono state già utilizzate (vedasi dichiarazione n. ix e x di cui all’Allegato 3 “Domanda di partecipazione).

Oltre a quanto previsto in via generale, saranno motivi di apprezzamento in sede di valutazione delle offerte, secondo quanto previsto al punto 8 dell’Avviso, lotto B:

a) appoggio su sei ruote;
b) fermo ruote;
c) variabilità dell’altezza della seduta e del piano di lavoro;
d) disponibilità in più colori pastello.

Data l’assenza di norme a cui fare riferimento, vengono richiesti dei requisiti e delle dimensioni conformi alla norma UNI-EN 13761: 2003.

Qualcuno, però, dovrebbe avvisare il commissario Arcuri (che ha firmato il bando) che la norma in questione specificava le dimensioni ed i requisiti di sicurezza per le sedie per visitatori, ed è stata abolita il 18 Aprile 2013 quando è stata sostituita dalla norma UNI-EN 16139: 2013 Furniture, strength, durability and safety requirements for non-domestic seating.

La variabilità dell’altezza della seduta e del piano di lavoro e la disponibilità in più colori pastello non dovrebbero essere un semplice motivo di apprezzamento in sede di valutazione, in quanto al fine di favorire una postura ottimale, è possibile seguire i dettami della già citata norma UNI EN 1729, che stabilisce, tra l’altro, in base alle caratteristiche antropometriche degli studenti, quali l’altezza popliteale e l’intervallo di stature, l’altezza del piano e del sedile e assegna un codice di colore diverso per ogni seduta (ad ogni codice colore corrisponde una “taglia diversa”).

Un aspetto preoccupante è lo scarico di responsabilità sui dirigenti in quanto l’idoneità funzionale all’impiego “dovrà essere adeguatamente attestata dai responsabili degli istituti “,
Ma i presidi hanno competenze diverse rispetto a quelle tecniche, se un ragazzino si fa male con quelle sedute, chi risponde? Il dirigente, il produttore o il commissario?

Relativamente alle dimensioni del piano di lavoro mobile, il Ministro Azzolina ha dichiarato in TV, che “sul piano d’appoggio da 50×30 cm ci sta persino un vocabolario di greco”.
Il Ministro dovrebbe però sapere che su quel piano bisogna anche disegnare.

Ora, il foglio da disegno più piccolo è l’A4 squadrato che misura 29,7×21,0 cm., ma in realtà le misure del foglio di carta sono 33×24 cm. mentre le squadre da disegno hanno una lunghezza media 21-36 cm e un’altezza di circa 20 cm.
Siccome per disegnare le squadre, vanno poste all’esterno del foglio, in contato col bordo e/o con la squadratura, per tracciare linee parallele o perpendicolari è necessario che una squadra rimanga fissa e l’altra scorra.

Tutto ciò rende difficoltoso disegnare sui banchi tradizionali da 70×50 cm, ma diventa impossibile sui banchi innovativi.
Tale impossibilità di disegnare con mezzi tradizionali sui banchi con rotelle, si porrà per: Liceo scientifico, Geometri, Liceo Artistico e nel biennio degli Industriali.
Forse la Azzolina ha intenzione di modificare, oltre i banchi, anche i programmi ministeriali vigenti, imponendo per il disegno solo metodi e strumenti informatici?

Alla luce delle considerazioni sopra esposte, risulta veramente arduo per milioni di famiglie riuscire a capire quello che succederà fra poco meno di 20 giorni nelle scuole.
Ad aumentare tale incertezza ci ha pensato sempre la Azzolina, quando, comparendo in una trasmissione televisiva, ha detto una frase che lascia intravedere tutta l’ingenuità e il pressapochismo con cui crede di poter risolvere i problemi che da decenni assillano la nostra scuola.
Il Ministro ha infatti spiegato che questi banchi rappresentano “metodologie di didattica nuova, di ambienti di apprendimento nuovi”.

È proprio qui, in questa equazione rabberciata in emergenza, che qualcosa non torna.
L’imperante povertà educativa, lo stato pietoso degli immobili scolastici in cui otto strutture su dieci non sono a norma, la necessità di interventi di vario tipo in 50 mila edifici su 58 mila totali, il fatto che solo il 36% delle strutture scolastiche è stato costruito dopo il 1976, per questo Governo non costituiscono il problema principale da affrontare.

L’importante è che il messaggio che deve arrivare alle famiglie è che se anche gli edifici, le aule, i muri, gli spazi e i professori rimangono gli stessi, se cambiano i banchi cambia la scuola.
Ma a tale equazione molti docenti e presidi si sono ribellati, facendo notare che il problema sta proprio negli spazi e nelle strutture, non tanto nei banchi che ci metti dentro.

Per cui, caro Ministro Azzolina, mi perdoni, ma parlare di “metodologie di didattica nuova” per qualche banco con le rotelle, dove spesso mancano strumenti didattici, sapone e carta igienica, non può che suonare come un’enorme presa per i fondelli.

  • Ex dirigente di Ats Brescia
Ultimo aggiornamento il 21 Aprile 2024 21:59

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