Il Digi(Na)tale raccontato dai bambini… | 🟢 BRESCIA VISTA DALLA PSICOLOGA

Io ed il mio gruppo di lavoro abbiamo pensato di capire dai nostri bambini, di età compresa tra i 6 ed i 14 anni, come immaginano la festività più attesa dell’anno

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Doriana Galderisi, opinionista BsNews

Un Natale per ogni bambino, ma con il Digi(Na)Tale ognuno si sentirà magicamente più vicino

Il Natale nei disegni dei bambini, A. 6 anni, foto da Doriana Galderisi

di Doriana Galdrisi* –  In questo periodo di grandi stravolgimenti dovuti alla pandemia Covid-19 che ha cambiato abitudini e routine, anche il Natale non è stato risparmiato. Sappiamo tutti, infatti, che dovremmo adattarci a trascorrere e vivere le festività natalizie in modo diverso rispetto agli anni scorsi.

Per questo io ed il mio gruppo di lavoro abbiamo pensato di capire dai nostri bambini, di età compresa tra i 6 ed i 14 anni, come immaginano la festività più attesa dell’anno.

Ai bambini, i quali hanno risposto con grande entusiasmo e partecipazione, abbiamo posto le seguenti domande:

-Come sarà il Natale quest’anno? Sarà diverso o no dagli altri anni?

-Come te lo immagini? Come se la caveranno Babbo Natale e Santa Lucia?

Tutti i bambini, specialmente quelli più piccoli, trasmettono la convinzione di credere in Babbo Natale; i bambini più grandi ne parlano come se esistesse, sebbene si comprenda, sia dal modo in cui lo dicono, sia da ciò che descrivono, che hanno la consapevolezza del fatto che il Natale sia soprattutto una festa e non una persona fisica in carne ed ossa.

Per i bambini piccoli Natale è soprattutto preparare la letterina per Babbo Natale. Scrivere la letterina a Babbo Natale rappresenta proprio un rituale attraverso il quale il bambino viene stimolato a prendere contatto con i suoi desideri, creando, fantasticando e ricercando una forma concreta di espressione dei suoi desideri. Per i bambini più grandi e gli adolescenti il Natale viene invece associato più comunemente all’attesa di ricongiungersi a parenti, conoscenti ed amici.

L’interesse manifestato dai bambini si spiega innanzitutto perché il Natale è fatto di atmosfera, di gesti e di persone. Il Natale, tra tutte le ricorrenze annuali, è di sicuro la più sentita ed attesa, poiché, al di là della sua valenza religiosa e dello scambio di doni e regali, è in grado di coinvolgere grandi e piccini.

Il Natale si caratterizza appunto da sempre soprattutto per l’atmosfera che è qualcosa che va oltre il concreto, il tangibile ed il visibile. L’etimologia della parola “atmosfera” fa riferimento a qualcosa che va al di là della meccanicità dei gesti, è il clima dell’ambiente, la percezione, le emozioni che in una situazione le persone percepiscono. Ed è questa la vera magia del Natale che sta in tutta quella condizione eterea, impalpabile che accompagna per giorni e giorni la realtà di vita di intere famiglie.

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  • COSA E’ EMERSO DAL NOSTRO SONDAGGIO?

Innanzitutto un denominatore comune che emerge dai pensieri dei nostri bambini è sicuramente la consapevolezza di un Natale diverso, insolito, strano, ma non per questo meno magico.

Sulla base dell’analisi dei disegni e delle risposte dei nostri bambini abbiamo ricavato tre diverse categorie del Natale che danno l’idea di come i bambini percepiscono le imminenti festività:

1) SCROOGE CHRISTMAS…IL NATALE “TIRCHIO”

2) GENEROUS CHRISTMAS …IL NATALE GENEROSO

  • SELFLESS CHRISTMAS …IL NATALE ALTRUISTA

Nel primo gruppo – “Scrooge Christmas” – si collocano i bambini “nostalgici puri”, ancorati cioè alle vecchie tradizioni, che rievocano e rimpiangono ad esempio i pranzi e le feste con i parenti. Per questi bambini la nostalgia non rappresenta di per sé un sentimento negativo, ma essi vanno aiutati dagli adulti ad elaborarlo in modo più nuovo e costruttivo, proprio come si sta imparando ad affrontare il Coronavirus che rappresenta una malattia sconosciuta.

A., 6 anni: “Babba Natala è arrivata, disinfetta i miei regali, si mette la mascherina e si disinfetta le mani…”.

D., 14 anni fa eco così: “Sicuramente sarà un Natale diverso e meno divertente perché non ci sarà più il pranzo di famiglia, mia zia deve lavorare perché fa l’infermiera…anche i regali saranno meno dispendiosi”

A., 11 anni: “Quest’anno mi immagino il Natale diverso dagli altri perché non si potranno fare cenoni natalizi e non tutte le idee e i desideri si potranno avverare…”

G., 8 anni: “Quest’anno sarà un Natale diverso perché non potrò andare in montagna…”

G., 8 anni: “Con il Coronavirus non posso invitare una mia amica come l’anno scorso…”

I bambini appartenenti al secondo gruppo del “Generous Christmas” sono soggetti meno ancorati al passato in modo rigido e statico e da questa maggiore adattabilità ne traggono il meglio. Questi bambini sono meno frustrati ed esprimono un’emotività più fluida, meno connotata in modo negativo. Ecco di seguito alcuni pensieri…

Luca, 7 anni “Io penso che il Natale sia diverso dagli altri anni a causa del Coronavirus ma almeno si potrà festeggiare…”

L., 13 anni: “La famiglia è l’essenza del Natale, non sono i regali…”

D., 14 anni : “Dovremo un po’ adeguarci ed accontentarci di quello che abbiamo ma ci divertiremo lo stesso…”

A., 6 anni: “Ho messo anche le luci di Natale, la Stella Cometa e ho scritto Buon Natale…”. 

I bambini che rientrano nella terza categoria del “Selfless Christmas” sono portati a pensare agli altri, ad agire oltre l’interesse personale. Questi bambini nei disegni e nelle riflessioni parlano al plurale, quasi a voler trasmettere un senso di appartenenza e di solidarietà condivisa. Alcuni bambini, dimostrando una spiccata sensibilità e consapevoli delle limitazioni e dei sacrifici ai quali ciascuno di noi ha dovuto imparare ad adattarsi in questo prolungato periodo della pandemia, hanno chiesto a Babbo Natale e a Santa Lucia di riportare il mondo alla normalità. Sia dalle riflessioni dei bambini che dei ragazzi emerge un atteggiamento molto più maturo e responsabile di quanto ci si aspetterebbe, in cui prevale il pensiero di dover rinunciare a qualcosa, per riscoprire il valore dell’essere sull’avere, per tornare a godere delle piccole cose.

M., 8 anni: “Quest’anno i bambini sono stati più sfortunati…sono stati più bambini perché non si poteva uscire e andare a scuola”.

A., 6 anni: “Nel disegno ho messo la mia letterina e quella di mia sorella”

I., 9 anni: “Io quest’anno mi immagino che Babbo Natale e Santa Lucia si mettono d’accordo per far sì che tutto ritorni alla normalità come gli altri anni e che tutti i bambini siano felici”.

M., 6 anni: “Babbo Natale porterà più doni dell’anno scorso perché con il Coronavirus i bambini hanno potuto giocare di meno. Babbo Natale vuole che tutti i bambini del mondo si divertano”

Un’altra caratteristica singolare ed interessante che emerge dal nostro sondaggio è il fatto che i bambini, proiettandosi nel giorno del Natale, rappresentano il virus come un nemico esterno, come se girasse attorno al Natale. Questa idea riflette il bisogno di creare una sospensione dalla problematica, una sorta di bolla protettiva che questa festa crea.

  • COSA POSSONO FARE GLI ADULTI PER PREPARARE I BAMBINI AL NATALE IN TEMPO DI COVID?

Il ruolo degli adulti è importantissimo perché i modi, i significati che essi trasmettono lasciano un segno molto profondo nel cuore e nelle menti dei piccoli, forgiando comportamenti attraverso le ritualità e le abitudini.

Quante volte ci si lamenta della stanchezza che accompagna i giorni del Natale, dei preparativi, del poco tempo a disposizione soprattutto perché si rincorre uno schema socialmente condiviso più che realmente ciò che sentiamo. Il lockdown natalizio può allora diventare un’opportunità per riappropriarsi della magia e non del mercimonio del Natale.

La casa ha peraltro già acquisito un nuovo valore durante il primo lockdown anche agli occhi dei bambini che ora la vivono come un rifugio sicuro ancora più di prima. Senza riunioni di famiglia, senza vacanze o parenti intorno, la costante sono la mamma e il papà e i fratelli/sorelle.

Vediamo più nel dettaglio cosa gli adulti possono fare:

-creare molto fervore nei preparativi del Natale, non rinunciando a dedicare tempo a questo momento solo per il fatto che quest’anno le festività assumeranno un significato particolare, diverso rispetto agli anni scorsi, anzi, proprio per questo accentuando e valorizzando ancor più il tempo dedicato ai preparativi.

Il Natale è fondamentalmente attesa e proprio il rituale dell’attesa, nel periodo natalizio, può contenere tanti piccoli momenti che ogni famiglia può personalizzare e costruire su misura. Il Natale è per eccellenza la festa in cui nascono le più belle tradizioni familiari che diverranno parte del bagaglio delle generazioni future.

– pensare durante i preparativi a come si organizzerà il giorno di Natale, quali giochi nello specifico verranno fatti, perché a quest’ultimi si dovrà dedicare un tempo e un’attenzione maggiore rispetto ai giocattoli in sé. Quest’anno sarà un Natale dove si passerà meno tempo a tavola e si giocherà di più con i bambini.

Tutto ciò contribuirà, come ci dicono molti studi, ad aumentare la sensazione di benessere e di serenità percepita.

-si troveranno inoltre dei modi nuovi per stare in contatto con parenti e amici lontani. In questo senso la tecnologia, che ci supporta ormai tantissimo da alcuni mesi, sarà di grande aiuto: useremo skype e whatsapp per fare videochiamate, registreremo una canzone da inviare, posizioneremo i cellulari ed i pc sul tavolo, condivideremo foto e immagini per sentirci più vicini.

Si possono anche organizzare con altri membri della famiglia delle videochiamate per cucinare lo stesso piatto e magari condividere del cibo a distanza.

  • sarà importante creare un elemento di rottura nella tradizione. Si potrebbe ad esempio pensare di far trovare sotto l’albero una scatola avvolta in un bel fiocco rosso all’interno della quale inserire un piccolo seme o una piccola pietra preziosa o un sassolino che simbolicamente sta ad indicare come il gesto che noi facciamo di rinunciare al contatto fisico genera importanza al sentimento stesso, cioè il rinunciare ad incontrarsi fisicamente dà l’idea dell’amore che unisce le persone. Ciò simboleggia il Natale nella sua essenza.

-laddove sarà possibile, sempre nel rispetto dei tempi e delle norme di sicurezza, sarà importante creare la possibilità di incontrare qualche persona cara nei giorni precedenti al lockdown natalizio, ritagliando qualche piccolo tempo libero. Ciò che sarà fondamentale è dare appuntamento dopo il lockdown per ritrovarsi e raccontare ciò che è accaduto in questo particolare ed intenso periodo.

-ricordare di donare qualcosa per i più sfortunati, trovando il modo di preparare una serie di oggetti o aiuti per chi ha meno di noi. Il modo in cui si potrà recapitare il dono verrà organizzato anche sulla base delle disposizioni sanitarie in atto.

Questo Natale un po’ “rallentato” può dare l’occasione di godere più a pieno esperienze piccole ed intime tra genitori e figli che a volte sfuggono alla frenesia quotidiana durante l’anno, come, ad esempio, godersi di più il momento del risveglio, dell’addormentamento, del guardare un film o cucinare tutti insieme. Questa dovrà essere l’atmosfera che dovrà essere creata. Ai bambini questo va spiegato con molta calma e tranquillità, senza accentuare ansie e paure o caricare il momento di tristezza e malinconia, ma cercando soluzioni e strategie di vicinanza emotiva ora che la vicinanza fisica è più difficile.

Molti genitori ci hanno chiesto se è bene dire ai bambini che Santa Lucia e Babbo Natale non esistono. A tutti è stato risposto che le favole esistono perché si crede in esse e, soprattutto in un momento di fragilità, in cui vengono meno altri presupposti, è importante mantenere questo alone di magia e di mistero basato su sani principi perché le favole fanno bene al cuore di tutti.

I bambini hanno inoltre bisogno di credere nella favola del Natale perché i pensieri sono legati ad un’idea di protezione dove c’è qualcuno che arriva per far contenti e arriva proprio per “quel bambino”.

Ecco allora che nei disegni dei nostri bambini Babbo Natale è rappresentato quest’anno più che mai come un super eroe, un omone grande e grosso, con la barba bianca, il vestito di rosso con la pelliccia bianca nella forma più classica. L’aspetto più significativo che emerge dai disegni dei bambini è che quasi tutti i Babbi rappresentati hanno la mascherina mentre Santa Lucia potrà proteggersi dal Coronavirus con il velo. Ciò è indicativo del riconoscimento nella ritualità storica del Natale anche l’attualità del momento.

In generale i bambini assorbono e si abituano a volte più facilmente degli adulti alle routine e ai cambiamenti. I piccoli infatti hanno una capacità adattiva che spesso gli adulti faticano a tirare fuori perché questi ultimi hanno una mente che ragiona più spesso per schemi e preconcetti, a differenza di quella dei piccoli che è più flessibile ed elastica. I bambini nella loro spontaneità e naturalezza possono “reinsegnare” agli adulti, specialmente in un periodo così particolare come’ è questo della pandemia, che è bellissimo fantasticare, che stare con la propria famiglia non è poi così difficile e che anche le piccole cose, se fatte con le persone care, possono regalare bellissime emozioni.

Noi adulti dovremo spiegare ai bambini che il Covid per certi versi è simile ad un’influenza e ad un raffreddore per cui se ci si tocca o si sta troppo vicini c’è il rischio di prendere la stessa malattia, ma aggiungere che è anche un virus nuovo, sconosciuto per cui non abbiamo ancora tutte le medicine pronte per curare questa malattia. In attesa che le medicine vengano preparate è necessario mantenere queste misure di prudenza. I bambini capiranno molto bene queste spiegazioni nella misura in cui l’adulto trasmette per primo di avere fiducia sia negli scienziati che stanno lavorando sia nei governi che hanno la funzione di proteggere i cittadini. Questo messaggio, oltre ad essere l’occasione per educare i più piccoli ad un senso di responsabilità civica,  veicola speranza, fiducia e tranquillità nei bambini ai quali sarà subito chiaro che questo Covid-19, che obbliga a dei cambiamenti, produce anche effetti positivi come, per esempio, il fatto che il papà e la mamma siano più presenti, più permanenti nella casa.

  • LE OMBRE DEL NATALE… L’HOLIDAY BLUES

Oltre alle luci e al clima di serenità che lo contraddistingue, il Natale nasconde anche delle ombre.

Essendo il Natale una festa molto ritualizzata, condivisa, significativa e rappresentativa di culture, tradizioni e relazioni spesso attiva, al contrario, dei meccanismi di tipo più negativo che si manifestano attraverso il riaffiorare di vissuti di tristezza e malinconia.

In altre parole il Natale fa da detonatore rispetto ad un trauma precedente (ad esempio una perdita, un lutto, una separazione) – il cosiddetto “Effetto Trigger”- cioè da grilletto, riattivando sensazioni dolorose. In tutti questi casi di esperienze traumatiche i bambini vanno tranquillizzati, prima fisicamente e poi raccontando loro che Babbo Natale è una persona buona e che il suo aspetto fisico è così grande ed imponente perché lui è un nonno molto forte e coraggioso.

Noi clinici sappiamo che alcuni bambini non amano la confusione del Natale, con tendenza alla misantropia, che faticano a relazionarsi in modo attivo, a partecipare a situazioni in cui vi sono più persone, che amano di più la solitudine. Per chi ha sempre detestato il Natale, quest’anno il problema non si porrà e quindi per molti sarà un Natale più tranquillo, meno stressante sia per i piccoli ma anche per i grandi, l’occasione per riscoprire l’essenza della vicinanza emozionale tra i componenti più stretti della propria famiglia.

Se il Natale rappresenta per i più un periodo dell’anno felice e di condivisione, per molte persone le festività possono essere vissute come un periodo triste e malinconico, quello che viene definito “Holiday Blues”, cioè depressione per le festività.

E’ questa un’esperienza comune a molte persone e le feste, soprattutto quelle natalizie, che richiamano i legami ed i rapporti affettivi, sono cariche di tristezza e malinconia vuoi perché alcuni legami si sono interrotti, perché altri rapporti sono terminati in modo traumatico, ad esempio per un lutto. Se l’”Holiday Blues” è un’esperienza più diffusa di quanto si possa pensare, quest’anno per alcune persone potrebbe essere ancora più marcata. Se da un lato, non è possibile eliminare la tristezza, la malinconia, la nostalgia e per certi versi anche il dolore per la mancanza, dall’altro lato, molti studi ci dicono come accompagnare se stessi all’arrivo delle feste aiuta ad affrontarle con maggior benessere e nello stesso tempo essere consapevoli che le emozioni negative non possono essere eliminate, anzi che riconoscerle, aiuta ad apprezzare ancor più quelle positive. A maggior ragione per i bambini e per le famiglie quest’anno può essere davvero un’esperienza alla ricerca di quell’intimità profonda, di quel senso autentico del vivere che va al di là dei rituali classici e conosciuti, che affronta e percorre strade nuove, accomunate dal sentimento di affetto. La malinconia e la tristezza si affrontano con il fare.

…E IL DIGI (Na) TALE?

Un dato molto interessante che emerge dai contributi sia grafici che narrativi dei nostri bambini è L’ASSENZA DELLA DIGITALIZZAZIONE allo scopo di potenziare la routine del Natale, ovvero la mancanza di un trasferimento della tecnologia sulle relazioni umane. Se si pensa che i nostri bambini sono “nativi digitali”, cioè sviluppano una naturale familiarità con la tecnologia sin da piccolissimi, tale dato risulta ancor più insolito.

Tale rilievo è soggetto a più interpretazioni. Da un lato, il fatto che i bambini nascono con il digitale, può significare in qualche modo che lo danno per scontato, non tanto nella comunicazione, quanto nella vita quotidiana, come ad esempio nel gioco. Dall’altro lato, l’assenza del digitale potrebbe essere connessa al fatto che esso non viene percepito come qualcosa legato alla tradizione natalizia, aspetto, questo della tradizione, che rappresenta una base molto solida nel caso del Natale.

Il fatto che quest’anno le classiche routine del Natale, come il cenone della Vigilia, il pranzo natalizio, le riunioni dei parenti, gli scambi dei doni siano condizionate e bloccate dal Covid-19 e che subiranno una drastica limitazione, non significa rubare, eliminare o portare via l’atmosfera del Natale. E’ importante che gli adulti spostino l’attenzione dei bambini su quello che si può fare piuttosto che sul tono depressivo di quello che manca.

CHI E’ DORIANA GALDERISI?

Doriana Galderisi è padovana d’origine e bresciana d’adozione: lavora nel campo della psicologia da più di 27 anni con uno studio in via Foscolo, a Brescia. Esperta in: Psicologia e Psicopatologia del Comportamento Sessuale Tipico e Atipico, Psicologia Criminale Investigativa Forense, Psicologia Giuridica, Psicologia Scolastica, Psicologia dell’Età Evolutiva, Neuropsicologia. E’ inoltre autorizzata dall’ASL di Brescia per certificazioni DSA (Disturbi specifici di Apprendimento). E’ iscritta all’Albo dei CTU, all’Albo dei Periti presso il Tribunale Ordinario di Brescia e all’Albo Esperti in Sessuologia Tipica e Atipica Centro “il Ponte” Giunti-Firenze.

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