🟢 Formazione professionale, una soluzione contro la dispersione scolastica

È ormai riconosciuto che l’Istruzione e Formazione professionale (IeFP) sia un percorso utile a favorire l’occupazione e a contrastare la dispersione scolastica

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Coronavirus a scuola, foto da Pixabay
Coronavirus a scuola, foto da Pixabay

È ormai riconosciuto che l’Istruzione e Formazione professionale (IeFP) sia un percorso utile a favorire l’occupazione e a contrastare la dispersione scolastica. Dopo la terza media , diventa una scelta vincente un percorso professionalizzante , soprattutto per chi vuole apprendere un “mestiere” e di li a poco essere inserito nel mondo del lavoro. I centri professionali confermano il trend in crescita della percentuale di studenti che vengono assunti dalle aziende alla fine del triennio che tocca picchi dell’ 80% e per talune attività anche del 90%. Fatta questa premessa, va ribadito quanto sia importante una scelta ponderata e magari consigliata in fase di orientamento dai docenti della scuola media di provenienza . Le famiglie giocano un ruolo determinante nella scelta del percorso di studi dei propri figli ed è fondamentale unire le aspirazioni degli allievi alle indicazioni date dal consiglio di classe. Se l’obiettivo principale dei Centri di formazione professionale è far apprendere un “mestiere”, non è certamente meno importante l’azione del contrasto alla dispersione scolastica. L’emergenza sanitaria ancora in atto, il ricorso alla formazione a distanza purtroppo hanno fatto aumentare questo fenomeno. Tra le cause maggiori emergono la privazione delle relazioni umane con i propri compagni, con il corpo docente e le tragedie che hanno toccato alcune famiglie.

Il Covid 19 ha lasciato sul campo numerose vittime, alunni rimasti orfani di madre o di padre e di conseguenza privati di un reddito che magari era anche l’unico della famiglia. Per partecipare alla formazione a distanza è necessario possedere una connessione con strumentazione adeguata e la famiglia non sempre ha disponibilità economiche. Nel contesto attuale affiora talvolta anche la scarsa motivazione a seguire le lezioni on line. Quando le lezioni sono svolte in presenza è evidente che la relazione umana si esprime al meglio, ma in FAd diventa tutto molto più complesso, più tecnologico meno umano, più statico meno attivo.

Se da un lato abbiamo espresso le grandi opportunità che offre la formazione professionale, dall’altro vogliamo approfondire il fenomeno della dispersione scolastica . Se tutta la filiera del comparto educativo mira a contrastare la dispersione scolastica , la formazione professionale ha tra le sue priorità questo obiettivo “ogni ragazzo fuori dalla scuola è un ragazzo regalato alla criminalità” diceva Don Tonino Bello . La dispersione è un fenomeno complesso; le cause possono essere tanto interne, al soggetto, quanto esterne, pertanto riconducibile all’ambiente sociale: culturale, familiare o economico ed in questo periodo molte sarebbero le cose da approfondire.

Regione Lombardia ha sempre voluto sostenere con progetti concreti ed adeguati il contrasto alla dispersione scolastica perché l’età più soggetta a questo fenomeno è proprio l’età fragile dell’adolescenza tra i 14 e i 18 anni. Tutta la formazione professionale ha messo in atto progetti per contrastare questo triste fenomeno in particolare mettendo a disposizione sportelli di ascolto psicologico sia per allievi che per famiglie e docenti, tenendo monitorate le assenze degli allievi ,cercando la collaborazione delle famiglie ,facendo leva sulle capacità e gli interessi dello studente per non abbandonarlo mai a sé stesso, adottando strategie di inclusività e sostenendo la motivazione allo studio come contrasto alla dispersione scolastica, che trova terreno fertile in una buona relazione/dialogo tra docente e studente, in attività che prevedono la partecipazione attiva dei ragazzi rendendoli corresponsabili delle attività educative .

La Strategia di Lisbona del 2000 prevedeva una riduzione dell’abbandono scolastico prematuro al 10%, dei giovani 18/24 anni, entro il 2010 (obiettivo non raggiunto); la riduzione del tasso di abbandono al di sotto del 10% e un tasso di laureati sopra il 40% sono i nuovi obiettivi di Europa 2020: una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.

L’Italia occupa una delle ultime posizioni nella graduatoria europea, con una distribuzione geografica del fenomeno a discapito dell’Italia meridionale. La Legge 53/2003 introduce il monitoraggio della frequenza degli alunni con l’istituzione del Sistema Nazionale delle Anagrafi degli Studenti. Il Decreto Legislativo 76/2005 costituisce un’anagrafe nazionale degli studenti cui le scuole periodicamente comunicano i dati della frequenza scolastica. Un primo studio di questi dati è stato effettuato nell’ a.s. 2011/2012 e ha mostrato una sottostima del fenomeno della dispersione. Gli Early Leavers sono passati dal 19,2% del 2009 al 15% del 2014 raggiungendo l’obiettivo nazionale (16%) ma ancora ben lontano dall’obiettivo europeo.

In termini pedagogici la dispersione è manifestazione di un problema di relazione tra l’alunno e la scuola.

Per affrontare questo problema la Formazione professionale inserisce nel proprio POF una serie di strategie volte a contrastare la dispersione scolastica per esempio accompagnando i giovani con un adeguato sostegno all’apprendimento, con l’attivazione di misure mirate in caso di assenze ingiustificate o di voti insufficienti, per esempio attraverso l’attivazione di misure di tutoraggio e di percorsi personalizzati, attivare azioni formative per prevenire il bullismo , favorire una scuola che pratichi autenticamente la “didattica dell’accoglienza”, intesa come didattica volta a stabilire una relazione educativa efficace, in un ambiente di apprendimento caratterizzato da relazioni educative di qualità ed affettive, capaci cioè di attivare un circolo virtuoso tra conoscenza, apprendimento e motivazione personale, e soprattutto ricercare sempre la collaborazione delle famiglie .

PER INFORMAZIONI: https://www.cfpbrescia.eu/

(articolo pubbliredazionale)

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