🔴🔴 Francesca uccisa da un mix di droghe: sei sotto accusa per spaccio e omicidio

Il 33enne che era con la vittima è accusato di omicidio preterintenzionale. Secondo una nota della Questura, aveva convinto la 24enne a farsi iniettare la droga perché “lo sballo sarebbe stato più forte di quello provocato dal fumarla”

Redazione BsNews.it

22 Marzo 2021

Omicidio preterintenzionale e detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. E’ questa – a vario titolo – l’accusa a carico di sei giovani arrestati stamane su ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Brescia nell’ambito di un’indagine – coordinata dal Sostituto procuratore Benedetta Callea – avviata in seguito alla morte di una 24enne per overdose. La vittima, Francesca Manfredi, lavorava in un negozio di via Cremona, era originaria del quartiere di Fornaci e da una decina di giorni viveva da sola.

Il fatto risale al 23 agosto 2020, quando al 118 era arrivata la segnalazione della morte della 24enne bresciana. Ad avvisare i soccorsi era stata un’amica, che – insieme a un 33enne – aveva tentato inutilmente di rianimarla.

Secondo quanto ricostruito, il 20 agosto, la 24enne quella sera aveva fatto uso di ansiolitici e alcol con i due “amici”. Il giorno dopo avevano quindi sniffato ketamina e poi cocaina, oltre ad hashish e alcol. Anche il 22 i tre avevano consumato ketamina e, in serata, la vittima aveva provato – per la prima volta nella sua vita – l’eroina, dividendo la dose con il 33enne, che se l’era iniettata in vena e poi aveva fatto lo stesso con lei. Quindi erano andati tutti a dormire, ma – intorno alle 3.45 di notte – la 24enne ha iniziato a respirare male. Alle 9, una volta svegli, la giovane aveva smesso di respirare. Ma ogni tentativo di salvarla si è rivelato inutile.

Il referto medico – secondo quanto si apprende – ha evidenziato nella vittima una marcata positività agli oppiacei, alla cocaina, alla ketamina, alle benzodiazepine ed una lieve positività ai cannabinoidi. La causa della morte è stata individuata in un arresto cardiorespiratorio dovuto a intossicazione da oppiacei e ketamina.

Le indagini della Squadra mobile sono iniziate subito per ricostruire l’accaduto e identificare tutti i soggetti che a vario titolo avevano ceduto le eterogenee sostanze stupefacenti ai tre giovani. E’ stata così subito individuata una 25enne, che il 21 ed il 22 il agosto aveva ceduto ketamina alla defunta e che è risultata rifornire costantemente diversi giovani bresciani. Poi nella rete della Polizia è finito un tunisino di 33 anni, spacciatore abituale di eroina e cocaina nonostante fosse in affidamento in prova. Agiva soprattutto nella zona della stazione metro Prealpino e tra i suoi clienti c’erano diversi giovani bresciani. Alla vista dei poliziotti ha anche provato, inutilmente, a ingerire la droga che stava consegnando.

A seguire è stata la volta di un 28enne di Coccaglio, anche lui in prova ai servizi sociali, che aveva come socio nell’illecito un albanese di 31 anni. Il 13 ottobre, nell’abitazione sono stati trovati 3.915 cartoncini imbebuti di allucinogeni (trip) oltre ad altre sostanze (cocaina, hashish, marjiuana e popper contenente solvente tossico). Dalle indagini è emerso che in un’occasione il giovane aveva smerciato ben 5 litri di ketamina, incassato 4.500 euro.

Numerosi soggetti sono stati indagati dunque per spaccio, mentre il 33enne che era con la vittima è accusato di omicidio preterintenzionale. Secondo una nota della Questura, aveva convinto la 24enne a farsi iniettare la droga perché “lo sballo sarebbe stato più forte di quello provocato dal fumarla”.

+++ A QUESTO LINK IL VIDEO UFFICIALE DELLA QUESTURA DI BRESCIA +++

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