🔴 A2A, nei primi nove mesi del 2021 vola l’utile: +81%

Ricavi a 6.456 milioni di euro: +34% rispetto ai primi nove mesi del 2020. Investimenti pari a 640 milioni di euro, +55% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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Esterni della sede di A2A a Brescia in Via Lamarmora. Brescia 17 novembre2017 Ph Christian Penocchio (foto da ufficio stampa)

Volano i conti di A2A nei primi nove mesi del 2021, e il dato più significativo è quello dell’utile netto, salito a 394 milioni di euro, con una crescita dell’81% rispetto allo scorso anno (218 milioni di euro nei primi nove mesi del 2020).

“Nei primi 9 mesi del 2021 abbiamo proseguito con la nostra significativa crescita industriale e economica, improntata alla sostenibilità e alla transizione ecologica. Registriamo l’aumento di tutti gli indicatori finanziari e il record degli investimenti sul periodo; abbiamo impresso un’ulteriore accelerazione alla nostra capacità installata da fonti rinnovabili e ridotto il fattore emissivo del Gruppo” – commenta Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A, in una nota – “Il nostro impegno resta focalizzato sulla transizione energetica e l’economia circolare per garantire un importante contributo al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e per realizzare infrastrutture necessarie a colmare il gap impiantistico di alcuni territori. Asset strategici che potranno consentire al nostro Paese di restare al riparo dalle turbolenze del mercato e dal conseguente aumento del costo dell’energia, a beneficio dei cittadini”.

Nel periodo in esame A2A ha registrato ottimi risultati, evidenziando indicatori economico-finanziari in significativa crescita, grazie al contributo di tutte le Business Unit del Gruppo e alle operazioni M&A concluse nell’anno precedente e nell’anno in corso. I risultati del periodo vanno inquadrati in un contesto complesso che vede una ripresa della domanda di beni e servizi, in particolare dei consumi energetici, a seguito dell’attenuazione delle misure di contenimento della pandemia e una forte tensione sul mercato energetico determinata da una concomitanza di cause quali fattori climatici, bassi livelli di offerta energetica nazionale, volumi di produzione rinnovabile ai minimi da inizio anno – soprattutto nella componente idroelettrica – che hanno alimentato una spinta rialzista dei prezzi energetici, via via rafforzata nell’arco del periodo in esame.

La straordinaria dinamica dei prezzi unitamente alla crescita della domanda, l’ottima performance di tutte le Business Unit e il contributo delle nuove società acquisite, hanno garantito per i primi nove mesi del 2021 buoni risultati: forte aumento del fatturato (+34%); crescita della marginalità operativa (+137 milioni di euro, pari a +17%), in linea con quanto già consuntivato nel primo semestre.

Gli Investimenti, pari a 640 milioni di euro, risultano in incremento del 55% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. In particolare, è stata impressa una forte spinta agli investimenti di sviluppo mirati al recupero di energia e materia, al potenziamento delle reti di distribuzione, alle reti idriche e fognarie, agli impianti di depurazione, agli impianti fotovoltaici e alla digitalizzazione del Gruppo (circa 390 milioni di euro, +73% rispetto ai primi nove mesi del 2020).

Di seguito i principali indicatori economici:

Nei primi nove mesi del 2021 i Ricavi del Gruppo A2A sono risultati pari a 6.456 milioni di euro, in aumento del 34,4% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente.

L’incremento è riconducibile per oltre il 50% all’aumento dei prezzi e alla crescita dei volumi venduti ed intermediati dei mercati energetici all’ingrosso, in particolare dell’energia elettrica. Crescono anche i ricavi retail grazie all’aumento dei prezzi unitari dell’elettricità e alle maggiori quantità vendute ai clienti del mercato libero elettrico e gas. Alla variazione positiva, infine, hanno contribuito per circa il 13% le nuove società acquisite nell’ultimo trimestre del 2020 (gruppo AEB e Flabrum) e nel 2021 (Octopus e Agripower).

Il Margine Operativo Lordo si è attestato a 959 milioni di euro, in aumento di 137 milioni di euro rispetto primi nove mesi del 2020 (+16,7%). Al netto delle partite non ricorrenti (+13 milioni nei primi nove mesi del 2021, +4 milioni di euro nel corrispondente periodo del 2020), Il Margine Operativo Lordo Ordinario è cresciuto di 128 milioni di euro. Escludendo anche l’apporto incrementale derivante dal consolidamento di AEB e delle altre società acquisite (circa 50 milioni di euro), la crescita organica risulta pari a 78 milioni di euro (+10%).

Il Risultato Operativo Netto, pari a 454 milioni di euro cresce di +54 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2020 (400 milioni di euro). Tale variazione è riconducibile a:
 aumento del Margine Operativo Lordo come sopra descritto (+137 milioni di euro);
 incremento degli ammortamenti (88 milioni di euro) relativi principalmente agli investimenti effettuati da tutte le Business Unit nel periodo ottobre 2020 – settembre 2021 e all’ammortamento degli asset delle società acquisite descritte in precedenza;
 diminuzione degli accantonamenti al netto dei rilasci su fondi rischi e crediti eccedenti per 5 milioni di euro.

L’Utile Netto di pertinenza del Gruppo nei primi nove mesi del 2021 risulta pari a 394 milioni di euro, in aumento dell’81% rispetto a quello registrato nel corrispondente periodo del 2020. La variazione positiva di 176 milioni di euro è riconducibile, oltre all’aumento del Risultato Operativo Netto, a:
 minori imposte contabilizzate nell’anno in corso rispetto a quelle dell’anno precedente per complessivi 131 milioni di euro derivanti da:
– una diminuzione di 145 milioni di euro. Come già recepito in semestrale, in applicazione del D.L. 104/2020, A2A ha riallineato, per alcune società del Gruppo, le differenze tra il maggior valore civilistico e il minor valore fiscale dei beni materiali ed immateriali: gli effetti economici netti sull’anno di tale operazione, pari complessivamente a 145 milioni, sono determinati dal pagamento di un’imposta sostitutiva per circa 23 milioni di euro e il contestuale beneficio derivante dal riversamento una tantum delle imposte differite passive iscritte a bilancio sulle differenze di valore civilistico/fiscale, per 168 milioni.
– 14 milioni di euro di maggiori imposte a seguito di un miglior risultato ante imposte.
 diminuzione degli oneri finanziari netti per 15 milioni di euro, principalmente per effetto delle migliori condizioni sul mercato dei capitali in sede di rifinanziamento dei bond in scadenza;
 crescita della quota di utile destinato ai terzi per 27 milioni di euro anche per effetto del consolidamento del gruppo AEB.

Escludendo le poste straordinarie che hanno interessato l’anno in corso (riversamento imposte differite al netto dell’imposta sostitutiva e dell’utile di terzi sul riallineamento dei cespiti di AEB e ACSM AGAM), l’Utile Netto Ordinario di pertinenza del Gruppo dei primi nove mesi si attesta a 256 milioni di euro con un incremento organico di 38 milioni di euro (+17%) rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente.

La Posizione Finanziaria Netta di Consolidato al 30 settembre 2021 risulta pari a 3.782 milioni di euro (3.472 milioni di euro al 31 dicembre 2020). Escludendo le variazioni di perimetro intervenute  nei primi nove mesi del 2021 e l’applicazione del nuovo orientamento ESMA (Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati) – complessivamente pari a 441 milioni di euro) – la PFN si attesta a 3.341 milioni di euro, registrando una generazione di cassa pari a 131 milioni di euro, dopo investimenti complessivi per 640 milioni di euro e dividendi per 248 milioni di euro.


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