Un meccanico 53enne di Palazzolo è accusato di essere l’autore dell’omicidio del 40enne kosovaro ritrovato lunedì, carbonizzato, nel bagagliaio dell’auto di proprietà del fratello nelle campagne di Cologne.
“I Carabinieri del Comando Provinciale di Brescia – spiega una nota dell’Arma – hanno dato esecuzione a un fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Brescia nei confronti di un cittadino italiano, indagato per i reati di omicidio aggravato dalla premeditazione, distruzione di cadavere e detenzione illegale di armi”.
“Il delitto, per come ricostruito nelle immediate ore successive all’evento delittuoso – continua il testo – sarebbe maturato nell’ambito di dissidi di natura economica tra l’omicida (debitore) e la vittima (creditore)”. Stando a quanto si apprende, il presunto assassino – proprietario di una officina e in difficoltà economica – avrebbe dovuto restituire 50mila euro alla vittima. Non avendo il denaro, di fronte alle minacce dell’altro, avrebbe deciso quindi di “risolvere” la questione organizzando l’omicidio.
Dunque il delitto sarebbe maturato nell’ambito di una questione “privata” e la criminalità organizzata non c’entrerebbe, a differenza di quanto avevano fatto pensare le modalità dell’omicidio (l’uomo era stato imbavagliato e legato, poi ucciso con la pistola e infine bruciato). Resta da chiarire, però, la questione del prestito e dei tassi pagati da chi lo ha ricevuto, tanto più alla luce dei precedenti della vittima.
Le indagini – anche con il supporto della Direzione Distrettuale Antimafia – proseguono per chiarire la dinamica, ovviamente “nel rispetto del principio di presunzione di innocenza dell’indagato”.