Un altro milione di euro, in banconote da 20, 50 e 100 euro. Che si somma agli otto trovati lo scorso fine settimana nei terreni della Franciacorta e al milione e 600mila euro recuperato mercoledì. E’ quanto hanno recuperato ieri i militari della Guardia di Finanza nell’abitazione in cui vive il figlio 22enne dei due coniugi gussaghesi in carcere con l’accusa di aver organizzato un giro di fatture false per 500 milioni di euro. A darne notizia per primo è stato il Giornale di Brescia di oggi, che da giorni dà conto in tempo reale dei tesori trovati dai militari.
Stando a quanto si apprende con il raggiro sarebbero stati sottratti al Fisco oltre 93 milioni di euro. In parte, ovviamente, sono stati redistribuiti ad altre aziende e ai complici. Ma nella disponibilità della famiglia di Gussago che avrebbe orchestrato tutto (i due arrestati hanno ammesso gli addebiti e aspettano di fornire la propria versione dei fatti) è rimasto evidentemente molto denaro. 10,6 milioni? Pare di più e gli investigatori continuano a cercarlo.
Incuriosisce, però, un aspetto della vicenda. I tre “milionari”, infatti, avevano un tenore vita in apparenza normale. Vivevano in una bella casa nelle campagne gussaghesi, ma niente supervilla o elicotteri privati (come quello che, a Roncadelle, ha fatto finire nei guai il cosiddetto architetto di Putin, a carico del quale è stato disposto un sequestro da 141 milioni di euro). Non guidavano auto di lusso, non erano noti per spese folli. Semolici mosse per non insospettire nessuno e garantirsi un futuro florido dopo un probabile arresto nella convinzione che i soldi nascosti non sarebbero mai stati trovati? Oppure c’è altro? Le indagini continuano.