Anche i funghi commestibili se non adeguatamente trattati possono rivelarsi pericolosi per l’organismo umano.
Lo ha imparato a proprie spese una coppia Cremonese, che nei giorni scorsi è finita al pronto soccorso dopo una cena a base di funghi chiodini. I due pare avessero raccolto i funghi e – lo rivela La provincia di Cremona – li avevano conservati in freezer. Qualche ora dopo la cena, però, sono iniziati i guai: entrambi hanno accusato dolori addominali e disturbi intestinali che li hanno costretti a rivolgersi all’ospedale dove sono stati sottoposti ad una lavanda gastrica.
Secondo quanto riferiscono gli esperti, anche per il consumo del fungo chiodino, il cui nome scientifico è Armillaria mellea, sono necessari alcuni importanti accorgimenti.
I funghi chiodini contengono una sostanza tossica termolabile che si inattiva ad una temperatura superiore ai 65 gradi ed è idrosolubile. È necessario quindi che il consumo avvenga solo dopo aver bollito i funghi per almeno 15 minuti, ma che non venga ingerita l’acqua di cottura.
È importante poi eliminare il gambo del fungo chiodino ed evitare il consumo di esemplari “datati”.