Stammi bene! La prevenzione della salute fisica e psicologica | 🟢 BRESCIA VISTA DALLA PSICOLOGA

Prevenzione è la parola d’ordine di sempre, in ambito sanitario, certo, ma anche sociale e psicologico...

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Doriana Galderisi, opinionista BsNews

ovvero

“ Non andare mai da un medico che tiene nello studio piante morte”

Dal libro: “The China Study:
Lo studio più completo sull’alimentazione
mai condotto finora”
di Erma Bombeck.

di Doriana Galderisi* – Prevenzione è la parola d’ordine di sempre, in ambito sanitario, certo, ma anche sociale e psicologico. Dal latino “praeventus” (anticipare o ostacolare), prevenire significa ostacolare qualcosa prima che avvenga, o bloccare un comportamento prima che insorga e questo riguarda tutta una serie di situazioni sia fisiche, sia psicologiche ma anche sociali.

Nel mese di ottobre la parola prevenzione viene associata al tumore al seno, e le iniziative per sensibilizzare sul tema, anche a Brescia, sono state tante, come, per ricordare solo la più imponente, la corsa Race for the cure dello scorso 9 ottobre.

In novembre sono invece i tumori che colpiscono gli uomini ad essere oggetto di campagne di prevenzione e informazione: nella nostra città è Mo4mo Odv, un gruppo di simpatizzanti o ex giocatori di rugby, che sta portando avanti la campagna internazionale  “Movember”  che prevede, tra le altre cose, l’offerta di visite urologiche gratuite in varie cliniche del territorio.

Tutto l’anno invece sono attivi gli screening dedicati, quali pap test, mammografie, colonscopie e altre campagne specifiche per fasce d’età e genere.

Questo in nome della prevenzione, che è un concetto sanitario, certo, ma anche sociale: basti pensare, sempre in tema di ricorrenze legate ai mesi, alla violenza contro le donne, messa sotto i riflettori in modo molto presente attorno alla data del 25 novembre, quando si ricorda la Giornata mondiale contro la violenza di genere e che, anche nel bresciano, ha visto, e vedrà ancora, tanti appuntamenti di riflessione, approfondimento e, appunto, prevenzione.

L’obiettivo quindi, in tutti gli ambiti di vita, è arrivare prima che il problema si crei, o, se si interviene dopo la sua manifestazione, che si sappiano mettere in atto strategie per affrontarlo e impedire il suo ripresentarsi in futuro.

In altre parole si tratta di agire per coltivare con cura la salute… Perché La salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente (Arthur Schopenhauer).

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute come uno stato di benessere emotivo e psicologico nel quale l’individuo è in grado di sfruttare le proprie capacità cognitive ed emozionali, di esercitare la propria funzione all’interno della società, di rispondere alle esigenze quotidiane, di stabilire relazioni soddisfacenti con gli altri, di partecipare costruttivamente ai mutamenti dell’ambiente, di adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni.

Insomma, come riassume bene il giurista e accademico Stefano Rodotà: “La salute non è più soltanto assenza di malattia, ma pienezza del vivere, nel senso che è ciò che ci appartiene dal punto di vista fisico, psichico e sociale”.

Quindi è sempre e ancora valido l’antico adagio: Mens sana in corpore sano! A volte l’eccesso di condizioni psicologiche negative come una forte ansia o la depressione, impediscono l’azione di cura verso se stessi.

Da qui deriva l’importanza di monitorare l’evoluzione della propria persona e di mettere in atto strategie di prevenzione in ogni ambito.

Sono tre i tre livelli di prevenzione: primaria, secondaria e terziaria.

Nella prevenzione primaria, in ambito medico, si tratta di mettere in atto vaccinazioni o proporre consulenze per il cambiamento di comportamenti ad alto rischio. In ambito psicologico si tratta di intervenire in maniera diffusa, andando a sviluppare life skills, conoscenze e competenze con lo scopo di aumentare le capacità di fronteggiare situazioni difficili. Si fa cioè leva sulle cosiddette strategie di coping, quelle che ci aiutano appunto a far fronte a situazioni critiche, incrementando il concetto e le capacità di resilienza. Per esempio la prevenzione primaria riguarda attività di formazione, di sviluppo di competenze personali e relazioni, di capacità di gestione del conflitto e dello stress. I progetti come quello dello psicologo a scuola rientra in questo contesto di prevenzione.

Nella prevenzione secondaria, in contesto medico la malattia è riconosciuta e curata precocemente, spesso prima della comparsa dei sintomi, riducendo al minimo le conseguenze sfavorevoli. Può prevedere programmi di screening, come, per citarne solo uno, la mammografia, per rilevare l’eventuale presenza di tumore della mammella. In ambito psicologico la prevenzione secondaria mira a contenere le conseguenze di una situazione in cui già è presente il problema; per esempio quando sono in atto condotte antisociali, situazioni di devianza o dipendenza. In questi casi l’intervento preventivo mira, da un lato a contenere il problema, dall’altro a sviluppare nuove capacità per affrontarlo.

Nella prevenzione terziaria infine, dal punto di vista sanitario, una malattia pregressa, di solito cronica, viene trattata allo scopo di prevenire complicanze o ulteriori danni che potrebbe causare. Ad esempio, la prevenzione terziaria del diabete si fonda su una serie di controlli e monitoraggi specifici.

In ambito psicologico si tratta di lavorare in presenza del problema, quindi intervenendo su situazioni già patologiche, come stati di depressione, ansia, disturbi del comportamento alimentare, autolesionismo… In tal modo si attivano percorsi per gestire il problema e, in ogni caso, migliorare la qualità della vita e la salute in generale.

Tuttavia non sempre le campagne di prevenzione hanno successo perché talvolta non viene percepita la gravità e la minaccia di un rischio. Non necessariamente infatti ci si ferma a riflettere su cosa è più saggio fare o evitare di fare. Frequentemente il desiderio o comunque la sottovalutazione del rischio, ci spingono a comportamenti che sono potenzialmente molto dannosi per la nostra salute. Un esempio è dato dal fumo, che sapiamo essere è una delle principali cause di tumore ai polmoni.

Nella percezione del rischio intervengono molti meccanismi sabotatori.

Uno studioso di questi meccanismi è il professore David Ropeik dell’Università di Harvard che individua una serie di fattori che contribuiscono ad alterare o, addirittura, ad annullare, la nostra percezione del pericolo. Tra questi ve ne sono alcuni estremamente potenti, come ad esempio l’eccesso di paura che paradossalmente ostacola l’azione.

Così come il sentire parlare spesso di qualcosa induce una falsa percezione di conoscenza, in altre parole ciò di cui si sente spesso notizia fa sì che ci si possa percepire come molto competenti ed esperti e quindi, ancora una volta, vi è abbassamento della percezione del rischio. O, ancora, a volte si ha paura di eventi che hanno una bassa probabilità di realizzarsi, come ad esempio un incidente aereo, ma, al contrario, non si ha timore dell’eccesso di velocità in auto, che, invece, ha un’alta probabilità di essere causa di morte o di gravi ferite.

Conoscere il funzionamento della mente anche di fronte alle situazioni critiche che riguardano la salute, in questo caso fisica o psicologica, conoscere come la nostra mente legge gli eventi e quindi reagisce ad essi da un punto di vista emozionale e comportamentale, aiuta  a sviluppare un adeguato livello di consapevolezza, che è la base della capacità di utilizzare al meglio le proprie energie, il proprio potenziale, e ad accrescere la fiducia in se stessi, l’autostima e, anche, la conoscenza di sé, aprendo e favorendo cambiamenti positivi.

Quali sono i modi che aiutano a predisporre una adeguata attenzione alla propria persona nella sua interezza e che, quindi, orientano verso azioni che abbiano una valenza proattiva, cioè che impostino un cammino positivo? Ecco alcuni suggerimenti:

1 – Sfruttare tutte le opportunità che ci vengono offerte (letture, incontri, convegni, corsi, conferenze…).

2 – Fare un bilancio periodico della propria vita e del proprio benessere, ponendosi anche le seguenti domande: quali sono gli avvenimenti più positivi accaduti nell’ultimo anno? Che cosa li ha favoriti? Quali sono, invece, i dispiaceri o gli insuccessi dell’ultimo anno? A che cosa posso attribuirli?

3 – Stabilire una “rosa” di obiettivi a breve e medio termine, ed altri a più lungo termine, da monitorare ciascuno nel proprio percorso di vita.

4 – Mantenere una rete di relazioni con cui potersi confrontare e anche, in parte, su cui poter far conto.

5 – Prendere del tempo per se stessi, dando valore alla propria salute fisica ma anche alla propria serenità psichica. Tutto ciò che crea discontinuità favorisce l’attenzione e la riflessione sulla realtà che ci circonda e nella quale siamo immersi.

Vi saluto con una frase di Jim Rohn: “Abbi buona cura del tuo corpo è l’unico posto in cui devi vivere” e con una di Oscar Wilde: “La salute è il primo dovere della vita”.

Nel ringraziarvi per l’attenzione vi ricordo il prossimo appuntamento tra 15 giorni.

CHI E’ DORIANA GALDERISI?

Doriana Galderisi è padovana d’origine e bresciana d’adozione: lavora nel campo della psicologia da più di 27 anni con uno studio in via Foscolo, a Brescia. Esperta in: Psicologia e Psicopatologia del Comportamento Sessuale Tipico e Atipico, Psicologia Criminale Investigativa Forense, Psicologia Giuridica, Psicologia Scolastica, Psicologia dell’Età Evolutiva, Neuropsicologia. Esperta in psicologia dello sport iscritta nell’elenco degli psicologi dello Sport di Giunti Psychometrics e del Centro Mental Training. E’ inoltre autorizzata dall’ASL di Brescia per certificazioni DSA (Disturbi specifici di Apprendimento). E’ iscritta all’Albo dei CTU, all’Albo dei Periti presso il Tribunale Ordinario di Brescia e all’Albo Esperti in Sessuologia Tipica e Atipica Centro “il Ponte” Giunti-Firenze.

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Ultimo aggiornamento il 21 Aprile 2024 06:11

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