Vaccini, Ats: a Brescia non ci sono epidemie

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I vaccini pediatrici sono ancora un fronte caldo, anche a Brescia. E fra vaccinisti, anti vaccinisti e perplessi c’è anche il Mir – Dipartimento Salute e Ambiente di Brescia che rende pubblico un carteggio avuto con l’Ats di Brescia.

Il 27 maggio scorso il rappresentante del Mir Alfredo Mori ha inviato una mail al direttore generale dell’Ats Carmelo Scarcella in cui chiedeva Al dr. di sapere “se nel nostro territorio sono state nei mesi scorsi segnalate presenze di focolai di malattie infettive, in special modo in asili nido, nelle scuole d’infanzia o nelle scuole dell’obbligo. In caso positivo, vorremmo sapere se vi siete allertati segnalando i fatti ai sindaci interessati per i provvedimenti di loro competenza e al Ministero della Salute o all’Assessorato della Regione Lombardia, magari sollecitando la necessità di adottare nuovi provvedimenti legislativi in proposito, specificandone dettagliatamente i motivi. Può darsi che a noi qualcosa ci sia sfuggito – scrive ancora -. Pertanto gradiremmo a stretto giro di posta elettronica avere una risposta da comunicare ai genitori nostri associati”.

La risposta dell’azienda sanitaria non si fa attendere. “Facendo seguito a quanto richiesto si precisa che: nel corso dei primi cinque mesi di quest’anno non sono state segnalate malattie
infettive e diffusive con caratteristiche di focolai o e prevenibili con vaccino che abbiano coinvolto comunità infantili ciò grazie alle buone coperture vaccinali raggiunte nella popolazione pediatrica e nei giovani adulti – scrive nella nota il direttore sanitario Fabrizio Speziani -. Unica eccezione è stata rappresentata dalla varicella, malattia virale esantematica tipica dell’infanzia generalmente a devoluzione benigna e per la quale è stata recente, anche in Regione Lombardia, l’introduzione dell’offerta vaccinale universale a partire dalla coorte di nascita 2016. Per le altre malattie tipiche dell’infanzia sono stati segnalati solo casi sporadici, mai in forma di focolai nelle comunità scolastiche e proprio nelle aree dove si registrano basse coperture vaccinali”.

“La recente epidemia di morbillo che sta interessando in maniera significativa diverse regioni d’Italia, compresa la Lombardia ed il territorio di competenza della nostra Agenzia – prosegue la risposta di Speziani -, coinvolge non solo soggetti in età pediatrica ma anche persone suscettibili dì età adulta compresi operatori sanitari. La sorveglianza sanitaria delle malattie infettive, ossia la raccolta continua e sistematica di dati è un elemento centrale per il controllo, permettendo di orientare efficacemente gli interventi. In Regione Lombardi a è prevista la segnalazione obbligatoria da parte dei clinici di ogni malattia infettiva e diffusiva. (…)
La corretta gestione dei flussi informativi prevede come ultima fase la trasmissione da parte di Regione Lombardia dei dati epidemiologici al Ministero della Salute. Non si sono mai verificati situazioni gravi di che hanno richiesto la segnalazione ai Sindaci per provvedimenti contingenti/urgenti – conclude Speziani -, né si sono verificati focolai che hanno richiesto provvedimenti di Sanità Pubblica per i quali è stato necessario allertare anche la Direzione Generale Welfare e il Ministero della Salute”.

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