Una donna di 58 anni e il figlio 40enne sono accusati di circonvenzione di incapace per essere stati nominati eredi universali da un imprenditore alberghero bresciano, che ha lasciato loro beni e denaro per un valore di circa 3 milioni di euro.
A riportare la notizia è un articolo di Paolo Cittadini su il Giorno, che riferisce come i due erano già stati condannati in primo grado pochi mesi fa – con il loro avvocato – per aver prelevato denaro dal conto corrente dell’uomo (tre anni a madre e figlio) e per aver gonfiato le parcelle (otto mesi per il professionista) sfruttando l’incapacità di intendere e volere dell’uomo, che nel frattempo è deceduto.
Ora il nuovo processo con l’accusa di aver indotto l’anziano – con un testamento sottoscritto nel 2016 – a lasciare al figlio della badante (e in caso di rinuncia alla donna) tutti i suoi averi. Da qui la decisione dei figli dell’uomo di costituirsi parte civile nel processo, che si è aperto ieri davanti al giudice Anna Luisa di Serafino. L’udienza è rinviata al prossimo 14 dicembre.