Condanne di Adro, Lacquaniti (Pd): Lancini non è al di sopra della legge

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Luigi Lacquaniti
Luigi Lacquaniti

Con una lunga nota il deputato Pd Luigi Lacquaniti attacca la Lega e i vertici amministrativi del Comune di Adro condannati in primo grado per la vicenda degli appalti dell’area feste. “ Per realizzare un’opera”, si legge, “non è lecito manovrare e falsificare le delibere in modo da assegnare gli appalti ai propri amici. Il rispetto delle regole è a garanzia di tutti. Anche perché altrimenti non si capisce più se il fine è costruire il teatro o far lavorare i propri amici utilizzando soldi pubblici. Anche se senza scambio di denaro, per accrescere consenso politico o semplicemente per amicizia”.

ECCO IL TESTO DEL COMUNICATO

Tre anni a Oscar Lancini, all’epoca dei fatti sindaco di Adro ed oggi Vice Sindaco. Un anno all’attuale sindaco Paolo Rosa. Assieme a loro condannati anche altri 7 imputati. Imprenditori, amministratori e funzionari del Comune. Le condanne per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e falso in atto pubblico (solo per Lancini). Ai condannati è stata inflitta anche l’interdizione dei pubblici uffici per 5 anni. Pena che diverrà effettiva se e quando diverrà definitiva la condanna della pena principale, oggi comminata in primo grado. Secondo il Tribunale sono stati pilotati gli appalti per la realizzazione della nuova area delle feste del Paese e falsificate delle delibere. Per permettere di far realizzare le opere ad un gruppo di imprenditori amici. Lancini e Rosa hanno già annunciato che intendono restare al loro posto. Assieme agli altri amministratori. Dal loro punto di vista non hanno fatto nulla di male, hanno solo “aiutato la comunità offrendole un’infrastruttura all’avanguardia” come dice il segretario della Lega Salvini che esprime solidarietà ai condannati “per il processo politico e la condanna subita”. Ma il fatto è proprio questo: quanto accaduto non è un processo politico. L’Italia è ancora uno stato di diritto. Per realizzare un’opera non è lecito manovrare e falsificare le delibere in modo da assegnare gli appalti ai propri amici. Il rispetto delle regole è a garanzia di tutti. Anche perché altrimenti non si capisce più se il fine è costruire il teatro o far lavorare i propri amici utilizzando soldi pubblici. Anche se senza scambio di denaro, per accrescere consenso politico o semplicemente per amicizia. La presunzione d’innocenza vale ovviamente anche per gli amministratori leghisti di Adro: un imputato è considerato non colpevole sino a condanna definitiva. Ma quello che oggi è importante è che gli amministratori leghisti si convincano di non essere al di sopra delle leggi. Lancini dice di non temere la giustizia terrena, che è fatta dagli uomini, ma è l’unica che abbiamo, e come sempre farà tutto il suo corso. On. Luigi Lacquaniti Partito Democratico

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